“A Trieste l’ospitalità è di casa”: 400 euro al mese per ogni famiglia che accoglie un richiedente asilo

accoglienza germaniaL’accoglienza diffusa che si basa sui convitti, alberghi e gruppi di appartamenti non regge il flusso di profughi che arrivano in città. Ecco che il Comune di Triste promuove l’accoglienza in famiglia:  400 euro al mese per ogni persona accolta, per un massimo di sei mensilità e di due richiedenti asilo a famiglia. “A Trieste l’ospitalità è di casa”: si chiama così il nuovo progetto di accoglienza promosso da Comune, Prefettura, Caritas e Ics-Consorzio italiano di solidarietà. Dopo Genova, Torino e Asti anche Trieste ha deciso di invitare i suoi abitanti ad aprire le porte di casa per ospitare i migranti.

“Siamo una delle porte della rotta balcanica – dice il sindaco Roberto Cosolini – Trieste, Udine e Gorizia: tutta la regione sta subendo un impatto consistente dai flussi che arrivano via terra. Basti pensare che la media giornaliera è di 700 persone che stazionano in città”.

A Trieste, circa 200 mila abitanti, fino a oggi ci si era basati su un sistema di accoglienza diffusa: convitti, alberghi e gruppi di appartamenti. Un modello che, con le strutture che via via si stanno riempiendo, non sembra più in grado di far fronte alle necessità. Ecco perché si è pensato di coinvolgere direttamente i cittadini. “Lo stimolo alla solidarietà è venuto anche da loro – assicura l’assessore comunale alle Politiche sociali Laura Famulari – Le famiglie si prendono carico del vitto e dell’alloggio dei richiedenti asilo o dei titolari di protezione internazionale e in cambio ricevono 400 euro per ogni persona ospitata”. 

Il massimo è di due migranti per nucleo famigliare. E il limite temporale è di sei mesi. “Le famiglie non saranno lasciate sole ma saranno affiancate dalla Caritas e dall’Ics (Consorzio italiano di solidarietà) che si dedicheranno alla formazione, alla mediazione culturale e a tutto ciò che riguarda l’accompagnamento all’integrazione”, aggiunge Famulari. Che sottolinea come il progetto possa portare anche benefici economici. “Spenderemo meno dei 30 euro pro-capite dei fondi europei previsti per ogni persona accolta”, conclude.

 

Fonte:  www.lastampa.it