A Venezia ritrovata una neonata sul sagrato di una Chiesa: urge una rete di culle per la vita

culla vitaCome ai tempi di Vivaldi. Ancora nel 2015 capita di trovare neonati abbandonati davanti a una chiesa. Lasciati lì da chi pur avendoli messi al mondo, sceglie di affidarli ad altri. Ma non trova luogo migliore di un sagrato.

L’ultima storia arriva dal profondo nord. Guarda caso Venezia, città famosa nel ‘700 per le musiciste-orfanelle cresciute nell’ospedale della Pietà, le famose coriste alunne di Antonio Vivaldi, salvate dal destino di prostituzione e malaffare grazie alla musica.

Trecento anni dopo si chiama Martina, l’ultima neonata ritrovata davanti alla chiesa del piccolo comune di Santa Maria di Sala, hinterland di Venezia.

L’ha trovata il parroco del paese, don Paolo Cecchetto. Erano le 20 di giovedì 25 giugno, quando il prelato è ritornato alla canonica perché aveva dimenticato dei documenti.

Don Paolo, emozionato, racconta ai giornalisti: «Ho trovato a fianco della porta una borsa della spesa. Pensavo fossero delle donazioni, ma in quel momento ho sentito un vagito, ho guardato dentro e ho visto una neonata avvolta in una coperta rosa che si ciucciava il dito. Ho subito chiamato il 118 e l’ho affidata alle suore che con i bambini ci sanno fare. Se non mi fossi dimenticato i documenti, non sarei ritornato e la bambina non ce l’avrebbe fatta. È stato il Signore che l’ha salvata».don paolo cecchetto 400 286

La bimba, dopo le prime cure fornite dal personale del 118, è stata trasferita nel reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ ospedale di Mirano, per essere sottoposta ai doverosi accertamenti. Ma le sue condizioni di salute sono buone. Sta bene e rimarrà in cura alcuni giorni. Poi si aprirà la difficile partita per l’affido, con il coinvolgimento dei servizi sociali. Nel frattempo, con il suo ciuffetto moro, e la carnagione chiara, Martina è già diventata la beniamina del reparto, accudita con amore da ostetriche, infermiere e puericultrici, che non le fanno mancare il calore in una vita cominciata in salita.

Ma quante Martina non hanno la stessa fortuna? Per questo è indispensabile dare un’alternativa a coloro che preferiscono non rivolgersi in ospedale, dove pure è possibile sempre il parto in anonimato, che consente alle madri di partorire senza riconoscere il proprio figlio. Ma troppe volte per paura e diffidenza, le donne partoriscono in strutture clandestine o in casa. E poi lasciano bimbi appena nati per strada. Con il rischio che nessuna si accorga di loro, che i vagiti siano troppo flebili per attirare l’attenzione di qualche passante. Sono questi i casi nei quali una rete capillare di culle per la vita garantirebbe ai neonati di sostare in luoghi sicuri, al riparo dal freddo e da braccia di malintenzionati, il tempo necessario per essere trasportato in ospedale.

Con questo obiettivo anche Amici dei Bambini ha pensato di creare, alle porte di Milano, una Family House, con all’interno anche una culla per la vita. Per saperne di più o aiutare il nostro progetto, clicca qui.