Aborto. Cara Greta, rispetto per l’ambiente vuol dire rispetto per ogni forma di vita

Non è possibile una vera attenzione ai problemi ecologici del mondo, se non si pone in primo piano “l’uomo”, nelle sue manifestazioni più fragili

Si è conclusa da pochi giorni, a Milano, la Youth4Climate, la conferenza dei giovani sul clima, presente all’incontro che ha visto la partecipazione di circa 400 giovani, anche Greta Thunberg, la giovanissima paladina ambientalista.

Proprio in un passaggio del suo discorso di apertura, riportato da Rainews.it, la Thunberg, parlando di crisi climatica, ha evidenziato come la stessa sia anche il sintomo “di una crisi di più ampio respiro, la crisi sociale della ineguaglianza, che viene dal colonialismoUna crisi che nasce dall’idea che alcune persone valgono più di altre“.

Ambiente, uguaglianza, risoluzione delle crisi sociali. Sono concetti importanti, che dimostrano ancora una volta come parlare di sostenibilità ambientale, inevitabilmente si leghi a doppio filo ad un altro tipo di sostenibilità quella legata alla vita dell’uomo, alla sostenibilità sociale, legame profondo già evidenziato dall’ecologia integrale, approccio complesso alla crisi ecologica che affronta contemporaneamente la crisi sia economica, che sociale e ambientale.

Rispetto dell’ambiente vuol dire anche rispetto di ogni forma di vita

Parlare di rispetto dell’ambiente significa innanzitutto riconoscere il rispetto dell’altro, di ogni essere vivente, di ogni vita, senza arrogarci il diritto di decidere chi può goderne e chi no.

Giustamente Greta parla di abbattimento delle ineguaglianze, perché nessun uomo e nessuna donna valgono più di un altro. NESSUNA vita umana, fin dal suo primo battito, abbia già visto la luce del sole o sia ancora custodita nel grembo materno, vale meno di un’altra.

Se questo è vero, allora non possiamo comprendere il post pubblicato su twitter dalla paladina ambientalista che da clima ed uguaglianza, è passata a parlare di aborto, ribadendo attraverso un grafico, come la scelta di abortire coinvolga solo ed esclusivamente la donna. L’aborto, infatti, che cos’è se non una profonda ed evidente ineguaglianza, derivante dall’idea che una vita abbia meno diritto di un’altra di essere compiuta?

Sembrerebbe logico aspettarsi da chi mostra una così profonda sensibilità per la qualità della vita, anche una propensione per la sua protezione in tutto il suo percorso dal concepimento alla morte.

Se per venire incontro alle esigenze climatiche ed ecologiche siamo pronti a rinunciare a comodità e vantaggi, non si comprende perché non ci si impegni a raggiungere condizioni di vita accoglienti per tutti, che rendano la gravidanza una gioia e non un problema.

Sorprende, quando si sentono parlare personaggi di così grande riscontro mediatico, come Greta Thunberg, che mostrano una grande attenzione ai problemi ecologici e climatici, considerare la vita un fatto solo privato che non coinvolga l’umanità. Sarebbe stato opportuno che la Thunberg in risposta alla sentenza in merito alla legge del Texas sull’aborto, che impedisce l’interruzione di gravidanza, appena si rilevi il battito cardiaco del feto, ossia dopo sei settimane, anziché limitarsi a pubblicare un grafico non abbia cercato soluzioni per limitarlo.

Ripartiamo da una vera ecologia integrale, quella affermata da Papa Francesco nella sua enciclica “Laudato Si”, che tenga conto dell’intero creato, ricordandoci che non è possibile una vera attenzione ai problemi   ecologici del mondo, se non si pone in primo piano “l’uomo”, nelle sue manifestazioni più fragili: disabili, poveri, malati, embrione ovvero tutte le espressioni più deboli della vita umana.

Immagine Greta Thunberg, (Famiglia Cristiana)