Aborto o abbandono: un sondaggio agghiacciante? Il punto di vista dei nostri lettori e di Melita Cavallo

L’adozione del nascituro, il tema principale del nostro convegno internazionale “Oltre l’aborto, la speranza nell’abbandono“, che si terrà dal 27 al 29 agosto nell’ormai consueta cornice di Montecolombo (Rimini) sta scatenando un acceso dibattito.

L’Associazione ANFAA si scandalizza e, dimostrando scarsa conoscenza del tema, accosta, del tutto impropriamente, l’adozione del nascituro alla denuncia di alcuni casi di “illegittima sottrazione dei minori dai loro congiunti”.

I Radicali ci irridono ed attaccano, attraverso Matteo Mainardi “…preferiscono far diventare un feto bambino e poi vederlo abbandonato e successivamente in attesa di un’adozione che verosimilmente arriverà nell’adolescenza, piuttosto che puntare su una responsabilizzazione sessuale. Begli amici dei bambini, eh, sì! Dopotutto ci sono solo tre mila neonati abbandonati all’anno in Italia. Che volete che siano?”.

Anche il sondaggio “Meglio abortire o abbandonare?” da noi recentemente lanciato – il cui esito è inequivocabile con il 96% dei nostri lettori che scelgono l’abbandono – suscita ampie discussioni e numerosi commenti che riportiamo in parte.

C’è innanzitutto chi se la prende con il sondaggio come se l’argomento fosse un tabù, tra questi Marzia che scrive “…questo sondaggio è agghiacciante perché tratta i bambini come oggetti di una scelta che comunque li annienta… Mi sarei aspettata di trovare una risposta del tipo: ‘per evitare l’aborto sensibilizziamo e aiutiamo le mamme in difficoltà… Per favore, non fate morale sull’aborto auspicando all’abbandono come atto d’amore”.

C’è invece chi replica a Mainardi come CinziaMainardi, lei non è una donna e nemmeno una madre, non potrà mai sapere quello che induce una donna, ad una scelta così devastante…” e MariaUn neonato abbandonato da madre biologica che voleva abortire trova entro poche settimane una famiglia… la maggior parte di loro diventano ragazzini, giovani, uomini e donne felici di essere al mondo”.

Ma alla fine la lettura più credibile ci sembra essere la testimonianza di chi l’abbandono lo ha vissuto in prima persona. Come C.T. che scrive “…mia madre biologica poteva percorrere la via della morte… Ha invece scelto la strada della vita, la via della speranza: l’abbandono… oggi sono qui, da prossima madre adottiva, pronta ad accogliere un altro ‘seme scartato che accudirò sino al vederne sbocciare meravigliosi petali colorati. Perché l’amore, laddove crediamo all’abbandono come ad un atto d’Amore, non può che generare amore”. E come BarbaraPoche mamme hanno avuto il coraggio di quel bellissimo atto d’amore che è portare avanti una gravidanza per dare la vita ad un bimbo che non cresceranno loro, ma qualcun altro (parlo da figlia adottiva, con mio fratello…)… Grazie mamma per avermi fatto nascere, anche se non potevi tenermi!!! Sto bene, sono cresciuta e sono felice di vivere!!!”.

Sul tema è recentemente intervenuta anche Melita Cavallo, il Presidente del Tribunale dei Minori di Roma: “Quando abbiamo a che fare con casi di grande precarietà sociale e morale, la scelta dell’abbandono va vista come una scelta responsabile. E’ il modo per evitare che il figlio finisca nel baratro, concedendogli la possibilità di trovare una nuova famiglia che gli dia amore“. La Cavallo quindi non condanna questi gesti: “Quando mi capitano casi di abbandono dovuti a storie di alcolismo, tossicodipendenza o di maltrattamenti invito la persona a riflettere sul gesto responsabile legato all’abbandono. E poi diciamolo chiaramente: una mamma senza casa e lavoro – perchè in tanti casi la rinuncia ad un figlio è determinata da questi fattori – come potrebbe garantire un futuro sereno al proprio figlio? Il gesto di abbandono dunque e’ dettato dalla responsabilità, dalla volontà di non trascinare nel baratro il bambino“.