Accoglienza minori stranieri. La grande confusione. Genova: “Accoglieteli in famiglia”. Padova: “Via dalla nostra città”

 misnaFinalmente, verrebbe da dire. Finalmente un’amministrazione comunale ha messo testa al fenomeno dei minori stranieri non accompagnati, arrivando a concludere che la soluzione migliore è accoglierli in famiglia.

Succede a Genova. L’assessore comunale alle politiche socio-economiche e alla casa, Emanuela Fracassi ha dichiarato in conferenza stampa: “Il progetto del Comune per l’accoglienza dei profughi prevede per minori non accompagnati l’allargamento dell’ospitalità nelle famiglie” e ha aggiunto: “Stiamo progettando nuove forme di accoglienza con affido familiare. Abbiamo contattato le famiglie disponibili ad accogliere i minori profughi con l’idea di inserire nell’affido familiare anche l’accoglienza dei minori stranieri. Stiamo pensando anche di estendere l’accoglienza ai profughi adulti”.

Ma a frenare l’entusiasmo arriva da Padova il caso opposto. “Non siamo più disponibili ad accogliere neppure i minori”. Il sindaco Massimo Bitonci ha ribadito l’ennesimo no all’accoglienza dei profughi, aggiungendo stavolta anche i minori non accompagnati.

Durante la giunta, il sindaco leghista ha ordinato all’assessore ai servizi sociali e all’integrazione Alessandra Brunetti e al suo settore di interrompere i servizi di ospitalità per i minori stranieri senza genitori.

“Non possiamo continuare ad essere la città che accoglie il maggior numero di minori non accompagnati in Italia. Non capisco perché solo a Padova vengano rilasciati minori che poi sono totalmente a carico del Comune”. Inutile ricordare al sindaco l’obbligo di assistenza fissato dal testo unico dell’Immigrazione a carico dei comuni. “So benissimo cosa dice la legge”, replica Bitonci al giornalista de Il Mattino di Padova, “ma nelle nostre strutture non c’è più posto”. E squaderna numeri e costi dell’accoglienza: “L’amministrazione ha in carico 44 minori in comunità e 18 in affido familiare che costano 830mila euro all’anno. Nel 2014 Padova ha avuto in carico più di 150 minori per oltre un milione e mezzo di spesa”. Numeri che, secondo Bitonci non sono più sostenibili.

La verità è che in mancanza di linee guida ciascun ente locale, sindaco, assessore, prefetto d’Italia fa quello che vuole.  E che senza l’apporto e il coinvolgimento del non profit e delle associazioni familiari non si troverà mai una soluzione che sia dignitosa per i minori coinvolti e sostenibile per le casse pubbliche.