Ad Announo su LA7 una carrellata di oscenità: l’utero in affitto sbandierato come dono di felicità. Ecco i costi paese per paese

utero banda commerciale 400 286C’è forse una sola parola utile per commentare l’oscenità di tante affermazioni fatte durante la trasmissione di Announo su La7, condotta da Giulia Innocenzi. Vergognosa. Cosa dire di una madre di quattro figli che decide di mettere al mondo altre due figli per il semplice gusto di rivivere la gravidanza? La donna americana si dichiara cattolica, e sostiene che  far felici altre persone regalando loro un figlio l’ha resa a sua volta felice. E aggiunge: l’avrebbe fatto anche gratis. Peccato che però abbia preso dall’agenzia 20mila euro per ognuno dei due figli partoriti.L’u

E la sua non è certo la media dei costi previsti negli Usa. Come riporta la BBC e Families Through Surrogacy, negli Stati Uniti il prezzo medio della maternità surrogata è di 89mila dollari, con punte che possono anche superare i 100mila dollari. In altri Paesi i costi si dimezzano, con piccole differenze: in Thailandia ogni gravidanza in affitto costa mediamente 47mila dollari; in Ucraina 43mila, in India e in Georgia 42mila, in Messico 40mila. Ma al di là del tariffario che cambia a seconda del Paese, resta aperta la questione morale: gli uteri in affitto sono una pratica morale? In tutto il mondo è iniziata una battaglia per abolire la maternità surrogata, che raggruppa non solo movimenti cattolici, ma anche personalità come Michel Onfray, ateo e di sinistra che definisce la maternità surrogata un “crimine”.

Molte le associazioni impegnate nella difese dei diritti delle donne che vorrebbero mettere fine a questa pratica che trasforma i corpi delle donne in strumenti di vita ‘affittabili’ da chi ha soldi per acquistare anche l’inacquistabile. Senza dimenticare che queste pratiche sono rischiose tanto per le madri quanto per i nascituri.

Per le “madri surrogate” i rischi più frequenti sono la sindrome da iperstimolazione ovarica, la torsione ovarica, la perdita di fertilità, il tumore canceroso del sistema riproduttivo, coaguli sanguigni, insufficienza renale, arresto cardiaco e, in un certo numero di casi, la morte. A questa lista raggelante di effetti collaterali della pratica dell’utero in affitto si aggiungono pure un rischio più elevato di pre-eclampsia (sindrome legata alla gravidanza, ndr) e d’ipertensione.

Mentre i bambini rischiano nascita prematura, decesso alla nascita, peso insufficiente alla nascita, malformazioni del feto e pressione arteriosa elevata.

In un mondo sempre più adultocentrico, forse la bussola dell’agire umano riguardo a temi così delicati sta ancora una volta in un atteggiamento semplice. Mettersi dalla parte dei bambini, cioè di chi non può scegliere. Il resto è puro egoismo.

Intanto proprio dall’America arriva una petizione organizzata da un network informale di oltre 160 personalità e associazioni di 18 Paesi intitolata Stop surrogacy now (Fermare subito la maternità surrogata). La petizione – in 6 lingue, non ancora in italiano – può essere sottoscritta online (www.stopsurrogacynow.org).