Adottano due bimbi con la sindrome di Down, perché una casa con due sorrisi in più è più felice!

fratelli up 400 286Nicholas e Andrea non sono ‘figli per caso’. Sono stati scelti da papà Giorgio e mamma Irene e amati nella loro unicità. Entrambi affetti da sindrome di Down, sono stati abbandonati dalle madri biologiche. Nella loro casa è arrivata una troupe de Le Iene per mostrare la loro straordinaria quotidianità.

Andrea, 4 anni, ha trovato la sua nuova famiglia 40 giorni dopo la nascita; Nicholas, sei anni, invece è rimasto otto mesi in ospedale. Per i medici il suo destino era segnato: non avrebbe mai camminato. I genitori però non si sono mai rassegnati, e adesso a distanza di quasi cinque anni, si commuovono nel vederlo camminare, saltare e correre. La signora Irene racconta: “La differenza tra i miei due figli si vede: Andrea ha ricevuto fin da subito tanti stimoli, Nicholas invece è arrivato con lo schiacciamento della testa, per l’eccessiva permanenza nella stessa posizione e ancora ne risente”.

La  famiglia è composta anche di altre due figlie, Irene e Graziella che condividono in pieno la scelta fatta dai genitori. Tra qualche mese arriverà anche Rachele: mamma Irene infatti è incinta. E nonostante i suoi 50 anni, la signora è serena. Dice: “Un figlio comunque sia va amato per quello che è. Nicholas e Andrea hanno i loro tempi, ma la loro non è una patologia, è una manifestazione genetica”.

Questa famiglia allegra e piena di gioia, è stata intervistata da Giovanna Nina Palmieri, inviata del programma Le Iene, che ha provato a chiedere a Giorgio e Irene quali motivazioni ci sono dietro alla  scelta di adottare i due bimbi.

Ma forse la risposta più convincente è arrivata  da Graziella, la sorellina minore. A chi le chiede: “ Com’è il mondo visto con gli occhi dei tuoi fratellini?”, Graziella risponde senza esitazione: “Divertente, ma anche faticoso, perché loro hanno delle difficoltà su alcune cose”. Poi l’inviata chiede: “Cosa si prova ad avere due fratellini diversi?”, lei risponde:“Diversi? In che senso?”. I bambini insegnano. L’ handicap è prima di tutto negli occhi di chi guarda. Per vedere il servizio, clicca qui