Adottare ad Haiti è più faticoso del previsto: il Dipartimento di Stato americano corre ai ripari

americaOrmai il sito del Dipartimento di Stato americano è punto di riferimento anche per l’Italia. In attesa che la Commissione per le Adozioni Internazionali nostrana aggiorni il sito non tanto di continue smentite, quanto di contenuti utili agli enti e alle famiglie, non resta che consultare giornalmente il sito americano.

L’Autorità a stelle e strisce si è recata ad Haiti, per discutere con l’omologa Autorità haitiana (IBESR, l’Institut du Bien-Etre Social et de Recherches) le criticità delle adozioni nel Paese centro-americano e incontrare rappresentanti canadesi e spagnoli delle Ambasciate, alcuni enti autorizzati ad operare ad Haiti nonché delegati dell’Agenzia americana per gli aiuti umanitari (USAID) e dell’UNICEF.

L’incontro – si legge sul sito – è stato funzionale a comprendere le politiche e le pratiche di Haiti in materia di adozione internazionale, gli attuali ritardi nelle procedure di adozione, il completamento dei cosidetti “casi di transizione” e la formulazione di un piano per l’implementazione dei procedimenti di adozione nel rispetto di quanto previsto dalla Convenzione de L’Aja. Nel corso della visita, la delegazione americana ha anche appreso maggiori dettagli riguardo alle proposte di riforma del sistema di assistenza ai minori di Haiti, alle circostanze che portano i  bambini ad entrare in istituto, alla procedura che viene seguita per la loro dichiarazione di adottabilità nonché  alle modifiche alle procedure per l’adozione internazionale ad Haiti determinate dalla nuova legge.

Dal primo aprile 2014 la Convenzione de L’Aja sull’Adozione è entrata in vigore anche ad Haiti. Per facilitare il passaggio dal vecchio procedimento al nuovo che è in linea con la Convenzione, l’IBESR e il Dipartimento di Stato hanno fissato un periodo di transizione della durata di 2 anni, con scadenza il primo aprile 2016. L’obiettivo è gestire le procedure adottive delle famiglie americane già abbinate ad uno o più minori haitiani prima del 1 aprile 2014. Tali procedure vengono definite “casi di transizione”. Ma qualcosa non sta funzionando, visto che il Dipartimento americano scrive di “esser venuto a conoscenza che le famiglie adottive stanno vivendo notevoli ritardi nel trattamento dei casi di transizione” da parte dell’Autorità centrale di Port-au-Prince.

I motivi dei ritardi sono stati discussi durante la recente visita nel Paese centro-americano. L’IBESR ha informato la delegazione americana che sono necessari personale supplementare e supporto tecnico per eliminare i ritardi e contestualmente garantire un iter adottivo etico e trasparente.

Sulla base delle informazioni ottenute nel corso delle riunioni, il Dipartimento americano sta sviluppando un piano per fornire assistenza tecnica per aiutare l’ IBESR a migliorare l’iter di adozione internazionale di Haiti. Il Dipartimento americano sta lavorando anche per individuare le esigenze specifiche dell’IBESR e sta esaminando le modalità per sostenerli nel loro sviluppo in loco.

Non solo. Sempre sul sito americano, si legge che il Dipartimento sta tenendo colloqui con altri Paesi di accoglienza per considerare un approccio multilaterale per fornire assistenza all’IBESR.

Difficile fare previsioni sui tempi necessari per la gestione delle procedure adottive ad Haiti. Da qui la raccomandazione data alle famiglie che intendono adottare ad Haiti di “prendere in considerazione i ritardi che possono influenzare i procedimenti di adozione in queste condizioni”. Infine, il Dipartimento si impegna a fornire aggiornamenti non appena disponibili.

fonte: Dipartimento di Stato americano