“Adottata” dai medici, ora avrà una casa

Non parla, non sorride, né può alzarsi da sola dal lettino. Si nutre solo attraverso un sondino introdotto nel suo corpo dalla trachea, eppure le infermiere e i medici del reparto di pediatria sono diventati la sua famiglia. La piccola è nata alla fine dei 2009 da due genitori ventenni, nomadi di origine romena, che la lasciarono in ospedale a Livorno perché non erano in grado di accudirla.

Affetta da una gravissima cerebropatia genetica, mese dopo mese la bambina è stata così “adottata” e coccolata dal personale dell’ospedale. Ora, a 2 anni e mezzo, potrebbe proseguire la sua vita in una struttura specializzata nel trattamento di pazienti così gravi (ne sono già state individuate tre in Lombardia, Sardegna e Abruzzo), ma ci sarebbe anche una famiglia pronta ad adottarla. Sarà il Tribunale di Firenze a decidere del suo futuro, se la bambina sarà data in adozione o solo in affidamento.

La sfortunata vita della piccola è stata anche segnata dalla burocrazia e dalla complicazione di non avere una cittadinanza ben definita: il Tribunale ci ha messo un anno per rintracciare i genitori e avviare le pratiche per lo stato di adottabilità.

(Da Avvenire, 26 Aprile 2012)