Adozione: “Consiglio a chiunque di adottare un bambino che è stato in affido”

Siamo felici che la sua storia sia passata anche tramite loro, che hanno saputo curare per primi il male dell’abbandono”

Nostro figlio proviene da una casa-famiglia straniera e ha abitato con i genitori affidatari da quando era molto piccolo, considerandoli mamma e papà, fino a quando loro non hanno iniziato a parlargli della sua “vera nuova famiglia adottiva” italiana e a mostrargli le foto, le letterine, i regali che gli abbiamo mandato, come richiesto dall’autorità straniera.

La nostra paura, prima di incontrarlo, era di “strapparlo” a quelli che lui sentiva i suoi genitori, per la cura e l’amore che gli hanno dedicato fin da piccolissimo. Ma siamo rimasti molto ben impressionati, al nostro arrivo, perché tutti gli operatori coinvolti nell’adozione, compresa la famiglia affidataria, hanno lavorato in sinergia, facendo ciascuno la propria parte e collaborando per il bene del bambino.

Consiglio a chiunque di adottare un bimbo che ha vissuto in affido!

Certo, il distacco non è stato semplicissimo, la nostalgia c’è stata, i contatti (sempre più sporadici) pure e noi li abbiamo favoriti, soprattutto spiegando, con le difficoltà della nuova lingua, che eravamo grati ai “nostri sostituti” di quanto lavoro avessero fatto con nostro figlio, prima che diventasse “nostro”.

Oggi abbiamo foto e ottimi ricordi di quei signori che tanto ruolo hanno avuto nella vita di nostro figlio e siamo felici che la sua storia sia passata anche tramite loro, che hanno saputo curare per primi il male dell’abbandono.

Sono parte della nostra famiglia e anche se non ne parliamo quasi più e nostro figlio ormai li nomina pochissimo, sono parte fondamentale del nostro nucleo familiare.

W l’affido, abbasso l’istituto!!!

Una mamma adottiva

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