L’adozione è qualcosa che merita di essere festeggiata ogni giorno, non solo ogni dieci anni

“Il 27 giugno di dieci anni fa, io e suo padre abbiamo cominciato a sudare freddo fin dalla mattina, vagando per Xi’An insieme alle altre 10 (meravigliose) coppie di genitori e figli che come noi si preparavano all’incontro con figli, fratelli e sorelle nel primo pomeriggio”

Gli anniversari spesso sono più importanti per le persone diverse dai diretti interessati e infatti quando ho chiesto a mio figlio se e come volesse festeggiare i dieci anni della sua adozione mi ha risposto: “Ah, sono passati dieci anni?”.
Al netto dell’espressione svagata dell’adolescente, segno zodiacale Capricorno, sottospecie “Non amiamo festeggiare nulla, figurati i decennali”, la risposta mi ha fatto sorridere: per nostro figlio, che una domenica di fine giugno del 2014 ha lasciato per sempre l’istituto a Xi’An, in Cina, dove aveva vissuto 5 anni e mezzo, quell’episodio si è dissolto nella normalità. Altre sono semmai le riflessioni che l’adolescente sta facendo nel suo intimo, ma l’adozione, la famiglia che è nata intorno a lui, non è messa in discussione.

Il ricordo del primo incontro

Non abbiamo voluto, in questi anni, rimarcare a Lin Yong ogni ‘anniversario’ e soprattutto che il 27 giugno di dieci anni fa, io e suo padre abbiamo cominciato a sudare freddo fin dalla mattina, vagando per Xi’An insieme alle altre 10 (meravigliose) coppie di genitori e figli che come noi si preparavano all’incontro con figli, fratelli e sorelle nel primo pomeriggio. Ricordo che quella mattina continuavo a tormentare di messaggi senza senso la nostra referente per l’adozione in Ai.Bi., Cristina, che peraltro per il fuso orario stava senz’altro dormendo; ho memoria di un giro al mercato di Xi’An, dove con alcune mamme stavo rischiando l’acquisto compulsivo di borse palesemente contraffatte e poi l’immagine di un salone di pedicure, uomini e donne cinesi con i piedi a mollo in vaschette di acqua piene di pesciolini, accaniti con la pelle morta delle molte estremità umane.
Poi tutti di nuovo in albergo per (non) pranzare e ancora tutti su un pullman con l’abito della festa, pupazzi, macchinine, batticuori, bambole, sguardi un po’ persi verso quel grattacielo dove avremmo incontrato i referenti di Ai.Bi. in Cina e soprattutto i nostri figli.

Le emozioni condivise con le altre coppie

In queste settimane in cui sto telefonando ad alcune delle dieci famiglie che hanno viaggiato con noi, scopro che ancora oggi condividiamo una comune memoria, al netto delle esperienze intime e personali, il che ci rende uniti, quasi parenti.
È una delle tante meraviglie di queste maternità e paternità: dopo aver superato molte difficoltà e ostacoli, tipici di qualsiasi iter adottivo, la nascita del figlio o della figlia è un evento intimo e collettivo, a partire dal viaggio che porta al primo incontro. E anche dieci anni dopo, tutti ritornano alle emozioni di quel giorno, rimaste intatte, un momento che invece i nostri figli non sempre ricordano con lo stesso nitore: un po’ per rimozione, un po’ per paura, un po’ per lo stravolgimento nella loro vita, quasi un effetto sliding doors sull’abbandono che prende una strada diversa, la famiglia.

Abbandonare l’orfanotrofio

Nostro figlio dice oggi di non ricordare tutto quello che è accaduto quel giorno e durante il mese di permanenza in Cina se non per flash, momenti non tutti felici: per quanto vita regolata e protetta in istituto, era tutto quello che lui aveva posseduto dalla nascita, così che abbandonare quella vita e le persone che l’avevano riempita è stato un trauma per un bambino traumatizzato dall’abbandono.
Tuttavia anche su di lui l’effetto sliding doors è stato potente, lo ha compreso lui stesso nei primi anni della sua vita in Italia in cui esprimeva concetti e ragionamenti che ci lasciavano a bocca aperta. Quella vita che l’abbandono avrebbe predestinato, con l’adozione volta pagina completamente e si apre a mille opportunità e possibilità: è qualcosa che merita di essere festeggiato ogni giorno, non solo ogni dieci anni.
Eppure, troppi bambini e bambine nel mondo aspettano ancora quel momento.

(Francesca Mineo)

Informazioni e domande sull’adozione internazionale

Chi sta considerando un’adozione internazionale o semplicemente desidera avere maggiori informazioni a su questi temi, può contattare l’ufficio adozioni di Ai.Bi. scrivendo un’e-mail a adozioni@aibi.it. Dona per il Fondo Accoglienza Bambini Abbandonati