Adozione in Cassazione: no ai decreti vincolati. Sei d’accordo?

famigliaLe pagine delle principali testate giornalistiche hanno dato grande enfasi mediatica alla notizia del pronunciamento della Procura Generale della Cassazione a favore dell’esposto presentato da Ai.Bi. contro i decreti “vincolati”.

L’aspetto che ha suscitato maggiore clamore è stato quello legato ai decreti di idoneità vincolati all’etnia dei bambini da adottare, tuttavia l’esposto presentato da Ai.Bi. era riferito anche ai limiti posti sull’età e sulla condizione di salute del minore.

I vincoli quindi non sono solo sul colore della pelle, ma anche sull’età e lo stato di salute del bambino da adottare.

Ecco allora che ci chiediamo se é davvero possibile alzare delle barriere all’adozione di alcune “categorie” di bambini che paradossalmente sono proprio quelli che oggi rappresentano il volto dell’adozione internazionale. Sono i minori che provengono dai Paesi non europei, non più piccoli o con alcuni problemi di salute a costituire la maggior parte dei bambini adottabili attraverso l’adozione internazionale. Sono coloro che non hanno avuto la possibilità di trovare una famiglia nel loro Paese di origine e che rischierebbero di trascorrere tutta la vita in un istituto se una famiglia straniera non desse la propria disponibilità ad accoglierli. Sono loro quelli che non diventerebbero mai figli se i decreti “vincolati” diventassero una prassi. La maggior parte dei minori che potrebbero essere accolti con l’adozione internazionale non hanno quindi il profilo indicato nei decreti “vincolati”.

La questione pone così nuovi interrogativi sul futuro dell’adozione internazionale stessa.

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