Adozione internazionale. Accordo bilaterale Italia – Burundi, finalmente reso noto il protocollo aggiuntivo

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Si accendono finalmente le luci sui rapporti tra Italia e Burundi in fatto di adozioni internazionali. Solo da pochi giorni è stato pubblicato sul sito della Commissione Adozioni Internazionali il testo del protocollo aggiuntivo allegato all’accordo bilaterale firmato dai due Paesi nel mese di luglio 2014. Già da tempo, dunque, si attendeva che il protocollo venisse reso noto agli Enti, in quanto contenente informazioni di fondamentale importanza per lo svolgimento delle pratiche di adozione nel Paese africano. Di particolare rilievo soprattutto la norma contenuta all’articolo 2 del protocollo, nella quale si afferma che “L’Autorità centrale italiana e le autorità competenti burundesi si riservano di rivalutare entro tre mesi le autorizzazioni e gli accreditamenti degli enti italiani che intendono occuparsi o si stanno occupando di adozione in Burundi”.

I tre mesi a cui fa riferimento l’articolo citato decorrevano dalla data della firma dell’accordo bilaterale, ovvero luglio 2014, e sarebbero quindi scaduti a ottobre 2014. Ma per oltre un anno nessuno, neppure gli enti italiani, hanno potuto conoscere il contenuto del protocollo aggiuntivo. E questo nonostante la stessa Cai avesse riaperto i termini per le richieste, da parte degli enti, di riaccreditamento per poter operare in Burundi.

A oggi, pertanto, non risultando emessa alcuna nuova delibera, gli enti italiani autorizzati a lavorare in Burundi, così come confermato dall’albo degli enti pubblicato sul sito Cai, sono 5: Afn (Azione famiglie nuove), Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini,  Enzo B, GVS (Gruppo volontariato solidarietà) e Nova.