cai. Il Ministro Fontana sarà Presidente 'politico' della Commissione

Adozione internazionale. Ecco il decalogo del ministro della Famiglia Fontana per tentarne il rilancio

I dieci punti emersi nel corso dell’Audizione del ministro alla Commissione Affari sociali della Camera, lo scorso 26 luglio, costituiscono una lista di impegni e di azioni da compiere nel minor tempo possibile per scongiurare quello che lo stesso Fontana ha paventato: una crisi irreversibile del sistema-adozioni in Italia

Dalla formazione qualificata per le coppie candidate all’intervento sui tempi degli iter, oggi ‘a geometria variabile’ a livello regionale, all’avvio di un tavolo tecnico permanente per potersi confrontare anche con i rappresentanti delle Regioni, fino al potenziamento del supporto post-adottivo, a una rinnovata capacità di ascolto della Commissione Adozioni Internazionali e alla riduzione del numero complessivo di enti autorizzati

Adozione internazionale. Ecco il decalogo del ministro Fontana per tentarne il rilancioMettere mano in modo forte e convinto al sistema dell’adozione internazionale, attualmente in grave difficoltà nel nostro Paese, per poter rispondere nel più breve tempo possibile alle sfide e alle necessità di tutti gli attori sul terreno, in modo da rilanciare, finalmente ed efficacemente, l’universo dell’accoglienza dei bambini abbandonati nel nostro Paese: è la sfida che il ministro per la Famiglia e la Disabilità, Lorenzo Fontana, ha lanciato parlando, lo scorso 26 luglio, in audizione alla Commissione Affari Sociali della Camera.

Dieci punti che rappresentano altrettante azioni da mettere in campo per ridare slancio e far ripartire i motori di una macchina meravigliosa, che tuttavia segna oggi il passo a causa di gestioni scellerate del recente passato e di colpevoli ritardi nell’adeguamento generale alle nuove circostanze della società.

1. Prima di tutto, la formazione e informazione qualificata per le coppie che intendono adottare rispetto alla loro scelta e a ciò che essa comporterà per la loro vita;

2. l’intervento sui tempi di istruttoria, che al momento variano da regione a regione in base all’organizzazione dei servizi sociali e psicologici e delle prassi operative adottate da ciascun Tribunale per i minorenni e andrebbero invece uniformati e abbreviati drasticamente;

3. la costituzione di un tavolo tecnico permanente di confronto con i rappresentanti delle Regioni, in modo da razionalizzare, snellire e coordinare le attività di formazione e i processi di valutazione delle idoneità;

4. in un’epoca in cui aumentano gli arrivi di bambini abbandonati sempre più grandi, accolti da genitori non più giovanissimi, è sempre più importante formalizzare forme di supporto post-adottivo ad hoc per questi nuclei familiari;

5. andrà rivisto il processo di inserimento nella scuola dei minori adottati, rafforzando le linee d’indirizzo sul loro diritto allo studio;

6. fulcro centrale sarà, inoltre, il consolidamento della disponibilità di ascolto presso la Commissione per le Adozioni Internazionali tanto dei nuclei familiari che scelgono l’adozione, che degli enti autorizzati;

7. la riforma del settore dovrà prevedere anche un’agevolazione nella eventuale possibilità, per le famiglie adottive, di confrontarsi anche con soggetti terzi in caso di difficoltà, coinvolgendo la rete dei Garanti regionali per l’infanzia;

8. occorrerà mettere mano alla proliferazione spropositata di enti autorizzati, riducendone il numero (attualmente sono 62, ndr) attraverso fusioni, potatura di ‘rami secchi’ e una generale razionalizzazione;

9. più prima che poi, inoltre, occorrerà potenziare il sostegno economico per le coppie che hanno concluso un percorso adottivo, soprattutto di tipo internazionale o rivolto a minori con disabilità, al fine di aiutare concretamente quelle con i redditi più bassi e agevolando sulle deduzioni delle spese sostenute e mediante contributi finanziari adeguatamente calibrati, tenendo sempre sullo sfondo l’obiettivo finale della gratuità adottiva;

10. ultimo, ma non per ultimo, è necessario già adesso investire massicciamente in progetti di cooperazione nei Paesi d’origine, per aiutarli a sviluppare le competenze atte a garantire procedure più veloci e trasparenti: non può essere possibile che in alcuni Stati i bambini abbandonati rimangano in istituto anni soltanto per la mancanza di risorse necessarie per pagare gli assistenti sociali responsabili della valutazione di adottabilità.

Un decalogo, quello del ministro Fontana, che se messo in atto potrebbe davvero cambiare radicalmente le sorti dell’adozione internazionale nel nostro Paese. L’auspicio di Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini è che il ‘libro dei sogni’ presentato a luglio in audizione alla Camera dei Deputati possa trasformarsi, al più tardi entro questa Legislatura, in fatti concreti.