Adozione internazionale in Congo. Dall’inferno di Goma alle braccia di una mamma: “Quante volte ti ho sognato!”

congoNiente di più emozionante del primo incontro, quando figlio e madre da lontano si vedono, si riconoscono in un modo misterioso e incredibile e corrono incontro l’uno all’altra. Sono tutti meravigliosi gli incontri, ma questa volta è diverso: sono in scena due bambini di Goma, una città stremata dalla guerra che sta vivendo una vera e propria crisi umanitaria.

Si sta consumando un’emergenza senza precedenti, che ha visto migliaia di persone abbandonare le proprie case e i propri villaggi a seguito della conquista della città da parte di un gruppo di ribelli, gli M23. I disordini sono iniziati nel novembre del 2012 e hanno causato 200.000 sfollati solo a Goma e nelle città circostanti.

Nella Repubblica Democratica del Congo, abbiamo i nostri volontari espatriati Tommaso, Filomena ed Eddy, che aiutano questi piccoli a vivere nel modo migliore possibile.

In questo inferno, però, Tommaso ci racconta un’esperienza delicata ma forte, un barlume di luce e di speranza nel buio della guerra: è il racconto dell’ inizio di una adozione.

I due piccoli Jerome e Jean sono arrivati da Goma e, dal primo incontro con loro, ho subito avuto l’impressione che avessero delle splendide energie: sorridevano, mi abbracciavano e non la smettevano di parlare.

Ero particolarmente contento questa mattina mentre li andavo a prendere per portarli al primo incontro con i loro genitori italiani. Piccolo stop per le foto da portare in ambasciata, tappa per espletare le pratiche per il visto e poi dritti in hotel.

All’aprirsi del cancello scorgo in lontananza, nel parcheggio, due donne bianche sedute, in attesa. Faccio ciao con la mano, loro capiscono, saltano in piedi trepidanti.

La giornata è grigia, il parcheggio è un luogo triste. Non posso fare a meno di pensare che sarebbe stato più opportuno organizzare l’incontro altrove. Vengo subito smentito: i bimbi saltano giù dalla macchina e corrono goffamente tra le braccia delle loro mamme. Le due donne sono sopraffatte dell’emozione. D’improvviso, mentre una delle due non smette di ripetere “quante volte ti ho sognato”, il parcheggio si colora di emozioni, risa e schioccare di baci.

Sono nate due nuove famiglie, ne sono privilegiato e orgoglioso testimone. Mentre le guardo penso al giorno in cui ho scelto e deciso di lottare per poter fare questo lavoro e sorrido, anch’io, emozionato.