Adozione Internazionale. Solo 217 iter completati nel primo semestre 2020. Un crollo annunciato a causa del Coronavirus (ma non solo)

Griffini (Ai.Bi.): “Va bene che i bambini abbandonati negli istituti per l’infanzia all’estero suscitano poco interesse ‘politico’, ma il Governo non può continuare a disinteressarsi di questo naufragio”

Si è purtroppo concretizzato nei dati l’ennesimo crollo annunciato delle adozioni internazionali nel primo semestre 2020. La CAI – Commissione Adozioni Internazionali, ha infatti pubblicato i dati aggregati delle adozioni internazionali relativi al primo semestre 2020: nel periodo in esame sono state rilasciate solamente 217 autorizzazioni all’ingresso corrispondenti a 269 minori. “Il decremento -spiega la stessa Commissione in una nota – rispetto al primo semestre del 2019, va in larga parte imputato all’emergenza sanitaria in corso, che ha comportato un rallentamento delle procedure di adozione da parte di molti Paesi di provenienza”.

“Nonostante il difficile momento – prosegue la nota CAI – il perdurante impegno della Commissione per le Adozioni Internazionali ed il costante confronto con le Autorità Centrali dei Paesi di provenienza, ha consentito il rientro delle coppie che si trovavano all’estero durante il periodo di lockdown e recentemente l’ingresso in Italia di minori provenienti da Haiti, Burkina Faso e Burundi”.

Certo, il Covid ha sicuramente svolto un ruolo importante. Tuttavia i numeri non possono non destare sconforto e preoccupazione. Si pensi, per esempio, alla Bielorussia: nel 2019 nel Paese erano state concluse ben 72 adozioni. Nei primi sei mesi del 2020… solamente una. Idem dicasi per la Bulgaria: 50 adozioni lo scorso anno, soltanto sette nei primi sei mesi di quello corrente. E la Cina? Il primo Paese a essere colpito dal Coronavirus presenta dati similari: 46 adozioni nel 2019, cinque nel 2020. In Colombia le 161 adozioni portate a termine lo scorso anno sembrano un miraggio: da gennaio a giugno 2020 ne sono state realizzate solamente 36. Anche le 126 della Russia nel 2019 sono irraggiungibili con appena 21 iter completati nel primo semestre di quest’anno.

Un crollo sconfortante, insomma, dovuto sì alla pandemia (il blocco delle frontiere per diversi mesi non poteva certamente aiutare) ma anche a un contesto che vede le adozioni calare progressivamente da anni. “Di questo passo – commenta il presidente di Ai.Bi. – Amici dei Bambini, Marco Griffini non raggiungeremo le 500 adozioni alla fine dell’anno. Lo scorso anno per la prima volta eravamo scesi sotto quota mille. Non si tratta solamente di una situazione eccezionale, ma di un disastro vero e proprio. Le motivazioni le abbiamo ripetute più volte. O si comincia seriamente a investire su questa forma di accoglienza, introducendo il bonus da 10mila euro per le adozioni completate nel 2020 e 2021, oppure possiamo iniziare a intonare il ‘requiem’ per il sistema degli enti autorizzati e, in generale, delle adozioni. Ci rendiamo conto che i bambini senza famiglia che si trovano negli istituti per l’infanzia all’estero suscitano poco interesse ‘politico’ (e lo dimostra il fattto ad esempio che UNICEF non ha mai stilato un rapporto sui minori abbandonati, per cui non sappiamo nemmeno quanti siano)… ma il Governo non può disinteressarsi totalmente di questo naufragio”.