Adozione. “Mi pare tu sia arrivato solo ieri, invece sono quasi 10 anni che siamo una famiglia”

Sono tuo padre, ma siamo nati da mondi diversissimi e ti devo scoprire come figlio ogni giorno… che si trasforma in un uomo nuovo, con tratti fisici che mi meravigliano e mi affascinano

Che effetto vederti crescere, figlio mio!

Mi pare tu sia arrivato solo ieri, invece sono quasi 10 anni che siamo una famiglia. 

Ricordo benissimo i vari passi fatti durante l’attesa, che sembrava non finire mai; ho il ricordo vivido di ogni atto successo in quel periodo di “nulla”.

Gli anni in famiglia invece sono volati! Vorrei fermare il tempo perché ho paura che, a breve, ti farai la tua famiglia e mi lascerai (ok, ora la faccio tragica, hai solo 17 anni e mi sa che resterai “bamboccione” ancora per un po’!)

Il “mio bambino” ora mi guarda da sopra la testa, forte di quei centimetri accumulati inaspettatamente e sorride dei miei bislacchi tentativi di alzarmi sulle punte dei piedi ogni volta che devo raggiungere i ripiani più alti della cucina e sornione mi chiede “ma ancora non ci arrivi? vuoi che faccia io?” finendo con la solita risata di presa in giro affettuosa.

Come mi piacerebbe conoscere il tuo albero genealogico e capire da dove arrivano le tue lunghe e affusolate dita, così diverse dalle piccole e tozze che caratterizzano la mia famiglia.

Mi hanno sempre colpito tanto le tue mani  più del colore della pelle, più dei tratti fisici indio, sono sembrate tanto diverse da me e mi hanno ricordato la tua “alterità”.

Ora le tue attività quotidiane sono di vivere nel tunnel delle tue passioni, tra smanettare sullo smartphone, leggere libri che mai comprerei io, tormentare costantemente le corde di un basso cercando di replicare i “grandi classici” di gruppi dai nomi impronunciabili. Sono certo che non è il fatto che strimpelli solo da Natale e sei agli inizi della carriera musicale: sono proprio questi gruppi che hanno composto canzoni inascoltabili!

E mentre ti guardo intento nella tua camera, tra le cose che ti sono familiari, ripenso a quando ti abbiamo visto la prima volta nel tuo Paese, con quelle poche cose nel sacchetto di plastica che tenevi stretto e quell’unico pupazzetto sdrucito dal quale non ti separavi mai.

Sembra passata un’eternità!

Nell’ultimo periodo ti avrò ripreso mille volte dicendoti che, secondo me studi troppo poco e poi inspiegabilmente te la cavi sempre, ti avrò detto altrettante mille volte “metti giù il mac o la switch o il cellulare” che ho paura ti imbambolino e, dopo ore su queste diavolerie tecnologiche, riemergi come se fossi uscito cinque minuti per far uscire il cane.

Prima condividevamo tanto tempo, oggi ci incrociamo tra un “ciao papi, esco con Luca”… o con Pietro, dai quali non ti separi mai e un “sono a casa” per poi ritrovarti mentre vaghi per casa intento in conversazioni telefoniche con Luca o Pietro, come se non aveste vissuto in simbiosi fino a pochi istanti prima!

Ma il tempo nostro ce lo ricaviamo e per fortuna ti piacciono ancora le nostre uscite in bici, le nostre fughe in montagna o le serate padre/figlio con pizza, gelato e puntata di una nuova serie, che non so mai come finisca, perché mi addormento sempre prima io.

Ti stai affacciando al mondo e mi cerchi con fare nuovo.

Vuoi sapere, capire, …e chiedi a me (non ai due amici fraterni) e condividi ancora, per fortuna, con me (anche se te lo devo tirare fuori con le tenaglie) la tua vita sentimentale.

Ti stai irrobustendo, come io non sono mai stato, né alla tua età, né negli anni miei migliori e lo comprendo appieno quando vieni e mi avvinghi con i tuoi abbracci improvvisi e forti. La voce ormai non ha più quegli sbalzi tra il bimbo e l’uomo che tanto mi divertivano negli ultimi tempi. La pubertà è passata e ti ha lasciato la voce di un uomo e un pomo d’adamo che non ho mai avuto.

Il tuo cambiamento fisico e lo sviluppo che hai attraversato e che tuttora ti caratterizza mi sorprende tantissimo!

Sono tuo padre, ma siamo nati da mondi diversissimi e ti devo scoprire come figlio ogni giorno.

Ed ogni giorno noto una diversità, anche rispetto al giorno prima. Stai diventando grande e sperimenti quotidianamente nuove proiezioni di te e io ti scopro il figlio che amo immensamente, ma che si trasforma in un uomo nuovo, con tratti fisici che mi meravigliano e mi affascinano.

Credo che nella genitorialità biologica un genitore, vedendo crescere un figlio, possa ritrovare qualcosa di sé o al contrario, riconoscere diversità rispetto a ciò che è stata la propria vita.

Tu per me sei solo sorpresa, un’affascinante, imprevedibile, sempre nuova scoperta. Sono certo che, se il tuo padre biologico ti fosse rimasto accanto nel corso della vostra vita, avrebbe ritrovato in te, parti di sé.

Ma tuo padre sono io e tocca a me vivere questa splendida incognita del tuo cambiamento…e me la godo immensamente!

Il tuo papà