Adozione nazionale. 31.343 domande giacenti, ma 1.500 minori restano senza famiglia. La mancanza della banca dati nazionale

imagesCon tanti bambini in attesa di essere adottati, ci sono trentunomilatrecentoquarantatre coppie in attesa di adottare alla data del 31 dicembre 2012!

A diffondere i dati, per competenza, è stato il Dipartimento per la giustizia minorile. Si tratta naturalmente di datibasati sulle domande ricevute dai Tribunali per i minorenni.

Una fotografia dell’Italia che la dice lunga sulla disponibilità nel nostro paese di tante coppie e famiglie pronte ad accogliere un bambino per adottarlo.

In testa alla classifica le città di Roma e Milano, rispettivamente con 2501 e 2238 domande depositate. A seguire Venezia e Bologna, rispettivamente con 1862 e 1861 domande. Altre città fra le più accoglienti sono Torino e Firenze, con 1801 disponibilità la prima e 1717 la seconda. Gli altri Tribunali per i minorenni con un numero di disponibilità superiore a mille sono Napoli (1640), Bari (1308), Potenza (1218), Brescia (1125), Genova (1079) e Catania (1020).

Dinanzi a questi numeri il fardello dell’abbandono minorile è ancora più pesante.

Com’è possibile che non si riesca ancora a fare incontrare queste domande con il bisogno di famiglia di tanti bambini abbandonati?

Ricordiamo che solo lo scorso giugno 2013 in Italia i bambini adottabili erano 1491, tutti ancora in attesa di famiglie, secondo dati forniti dallo stesso Dipartimento per la Giustizia minorile.

E perché poi queste disponibilità all’adozione non vengono accompagnate in un percorso di accoglienza di minori stranieri adottabili attraverso il canale dell’adozione internazionale?

Considerato infatti che la domanda di adozione nazionale presentata dalle coppie al Tribunale per i minorenni decade automaticamente dopo tre anni, obbligando le coppie a presentare una nuova domanda, è davvero difficile comprendere come sia possibile che il nostro Paese sprechi al vento tanta offerta di accoglienza.

Il gravissimo dubbio che sorge a questo punto è che forse la banca dati per l’adozione, prevista nella legge 149/2001 e formalmente creata lo scorso anno in seguito alla condanna subita dal Ministero della Giustizia per iniziativa di Ai.Bi., non sia in realtà attiva. Siccome la stessa legge 149 prevede che l’aggiornamento dei dati venga effettuato ogni tre mesi, è urgente che il Dipartimento per la Giustizia minorile rompa il silenzio e renda pubblico il dato aggiornato sui bambini adottabili in Italia, rispondendo alle richieste delle associazioni che vogliono conoscere la situazione effettiva dei bambini adottabili e sapere una volta per tutte se la banca dati nazionale è in funzione o meno.

In mancanza di una soluzione in tempi rapidi, la responsabilità di tanti bambini che vivono in condizione di abbandono, ricadrà su chi latita nella definizione degli strumenti adeguati per favorire l’accoglienza delle coppie disponibili. Procrastinare ancora significa pregiudicare il futuro di chi ha la possibilità e il diritto di essere accolto come figlio.