Adozioni e Cai. La presidente del Naaa: “Stiamo assistendo a problemi che pensavano risolti da 15 anni”

naaa maccanti 400 286Sulla vicenda della famiglia marchigiana, bloccata da sei mesi a Santo Domingo a causa di un timbro, abbiamo già parlato. L’ambasciata sull’isola caraibica è stata chiusa il 31 dicembre e ora, per ottenere il visto per i bambini dominicani adottati da genitori italiani, bisogna rivolgersi a Panama. Ma sei mesi per un timbro sono davvero troppi.

Adesso interviene direttamente sul proprio sito istituzionale il Naaa,  l’ente autorizzato che ne ha curato la pratica. In una nota la presidente del NAAA, Maria Teresa Maccanti afferma: “E’ dal 16 novembre 2000, ovvero dall’entrata in vigore della legge di ratifica della Convenzione dell’Aja (legge 476/98) che tutte le competenze per le adozioni internazionali sono demandate alla Cai, che controlla tutta la documentazione dell’adozione già prima della partenza per l’estero e poi, alla conclusione dell’iter, emette l’autorizzazione all’ingresso e alla residenza in Italia del minore (o dei minori) adottato”.

E ricordando la natura collegiale della Cai, che tra i suoi membri annovera anche delegati del Ministero degli Esteri, la Maccanti dichiara: “Non si capisce come, a distanza di quindici anni riaffiorino le stesse difficoltà che abbiamo conosciuto all’inizio dell’applicazione della legge 476/98, quando i consolati pretendevano di mantenere il controllo delle procedure adottive. L’ambasciata nella Repubblica Dominicana è stata chiusa a dicembre 2014 e, nonostante le varie comunicazioni agli organi preposti e all’ambasciata di Panama, ora competente in materia, dopo due settimane dall’emissione dell’autorizzazione all’ingresso, la famiglia Corsalini si trova ancora sull’isola, senza certezze sulla data di rientro”.

Inutile sottolineare che la speranza di tutti è che la coppia possa fare ritorno a casa con i propri figli il più presto possibile.

fonte: Naaa