Adozioni internazionali. Addio al tribunale dei minorenni

Il disegno di legge in discussione al Senato e già approvato in Commissione Giustizia istituisce il nuovo “Tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie” che unifica le competenze di tribunali per i minorenni e sezioni famiglia dei tribunali ordinari

Dopo l’approvazione in Commissione Giustizia è iniziata nell’aula del Senato la discussione sul disegno di legge delega del governo al processo civile. Il provvedimento, insieme a quelli su processo penale e ordinamento giudiziario, sono pensati per rispondere alla richiesta dell’Unione Europea di snellire le procedure e velocizzare i tempi dei giudizi.

Addio al tribunale dei minorenni

All’interno della legge è presente un emendamento che unifica all’interno di una sola struttura le competenze ora affidate a Tribunali per i minorenni e alla sezione famiglia dei Tribunali Ordinari. D’ora in avanti, tutte le controversie che investono i rapporti familiari e i minori verranno trattate dal nuovo «tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie».

L’emendamento, proposto dall’onorevole Fiammetta Modena insieme a Anna Rossomando e Julia Unterberger, è stato approvato all’unanimità in commissione e non dovrebbe trovare ostacoli anche nella sua approvazione definitiva.

Come riporta il Sole 24 Ore, il nuovo tribunale nasce con l’obiettivo di “concentrare le competenze e le risorse dei tribunali per i minorenni e delle sezioni specializzate, così da far funzionare meglio il sistema ed evitare la duplicazione di controversie e provvedimenti che oggi avviene».

Il nuovo tribunale per le famiglie dovrebbe essereaa strutturato in sezioni distrettuali e sezioni circondariali; la sezione distrettuale sarà costituita presso ciascuna sede di corte di appello o di sezione di corte d’appello; le sezioni circondariali saranno costituite presso ogni sede di tribunale ordinario, saranno composte da giudici con specifiche competenze nelle materie assegnate e a cui non si applicherà il limite di dieci anni nella funzione.

Competenze e nuovi riferimenti

Secondo la riforma, se approvata, saranno le sezioni circondariali ad avere competenza in materia di separazioni, divorzi, responsabilità genitoriale delle famiglie di fatto, unioni civili, convivenze, tutele e amministrazioni di sostegno, oltre ad affidi e diritti dei minori, oggi in carico al tribunale per i minorenni.
Alle sezioni distrettuali saranno trasferite le altre competenze civili del tribunale per minorenni (come le adozioni), penali e di sorveglianza.

Presso il tribunale per le famiglie sarà istituito anche l’ufficio della procura della Repubblica “trasferendo allo stesso le funzioni dell’ufficio della procura della Repubblica presso il tribunale per i minorenni…”

Molti altri sono i punti presenti nella riforma, che riguardano aspetti anche molto tecnici del funzionamento delle procedure. Va sottolineato, comunque, che l’eventuale approvazione della riforma che si attende dall’aula del Senato non è che il primo passo di un iter che, data la portata dei cambiamenti, si svilupperà nella sua completezza entro il 2025.
Inizialmente, i decreti legislativi avranno validità di due anni dal momento della loro pubblicazione in Gazzetta ufficiale. Inoltre – sempre citando il Sole 24 Ore – “entro un anno dalla loro entrata in vigore si dovrà stabilire l’organico del tribunale e della procura, che al debutto conteranno sui magistrati dei tribunali per i minorenni, delle procure e delle sezioni specializzate: in particolare i presidenti dei tribunali per i minorenni presiederanno le sezioni distrettuali del nuovo tribunale.

Il nuovo tribunale della famiglia e la speranza di un cambiamento per il futuro

Senza entrare nel merito della bontà o meno della riforma, l’auspicio di Marco Griffini, fondatore e presidente di Ai.Bi. Amici dei Bambini è che, vedendo le tante materie e i compiti che fanno capo al nuovo tribunale della famiglia, lo stesso possa smettere di occuparsi della concessione o meno dell’idoneità all’adozione internazionale, una cosa inutile per la formazione e l’accompagnamento delle coppie che Ai.Bi. ha più volte sottolineato. E che da tempo in tutti i Paesi dell’Europa hanno capito, abbandonando l’iter giudiziario a favore di quello amministrativo.