Adozioni Internazionali, Cambogia: ma l’Unicef che fa?

Liliana scrive:

Mi rammarica il fatto che nessuno intervenga sul problema nascosto della Cambogia, su cui finora hanno dato informazioni solo gli Stati Uniti, riguardante il fatto che per le adozioni internazionali bisognerà aspettare il 2013. Mi stupisce che soprattutto le grandi Ong e l’Unicef non abbiano fatto nulla per denunciare che i bambini cambogiani dovranno stare ancora un anno in attesa – UN ANNO! – prima di poter venire adottati. Chi ha lavorato all’estero come volontario sa che cosa vuol dire essere costretti a patire attese infinite… e in specie per i bambini che non vivono in famiglia, che sono orfani, che sono stati lasciati dagli zii in un istituto: ce lo siamo mai chiesti quanto vale un anno di attesa per un bambino abbandonato, e cosa perde per sempre?

Cara Liliana,

Quante volte parliamo di abbandono e cerchiamo di capire cosa significa veramente nel mondo di un bambino!! Per quanti sforzi facciamo credo siamo sempre lontani dal cogliere il reale vissuto di chi è stato abbandonato e poi istituzionalizzato.

In istituto il bambino è in costante attesa, un’attesa spesso infinita, che non si risolve, che logora ogni speranza…

Ogni giorno passato in istituto è la conferma continua dell’abbandono subìto e del non contare per nessuno: “ qui non sono nessuno, non sono nipote, non sono cugino, non sono fratello….non sono figlio!” In assenza di un vero legame significativo si crea il vuoto dell’anima, l’angoscia che questa situazione sia quella definitiva…e il bambino si deve difendere da tutto ciò, strutturando comportamenti distanzianti, aggressivi, ma che celano tutta la fragilità di un bambino che, fuori da una relazione, non è nulla perché non è amato.

Il bambino, in istituto, sperimenta quella che Main chiama “la paura senza soluzione” che deriva proprio dall’impossibilità di avere un legame esclusivo con un adulto di riferimento che risponde ai suoi bisogni fisici, emotivi e affettivi… Una vera condanna…

Capito questo, se anche riuscissimo a risparmiare ad un bimbo un anno, un mese, un giorno di questo vissuto, credo che ne sarebbe valsa la pena!

Elisabetta Rigobello, Psicologa e Psicoterapeuta di Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini