Adozioni internazionali. Comitato genitori Rdc “Gravi accuse da parte di Silvia Della Monica. Non siamo mai stati manovrati da alcuno. Intervenga subito il Garante dell’Infanzia”

comitato rdc 23I genitori adottivi che fanno parte del comitato Rdc non ci stanno alle accuse della vicepresidente Silvia Della Monica che nell’ambito del convegno dello scorso 7 febbraio, li ha accusati di essere manovrati. Il comitato Rdc non solo rivendica la propria autonomia di azione e pensiero ma chiede “l’intervento immediato della garante dell’infanzia per la tutela dei diritti dei bambini adottati e per impedire che ulteriori ombre gravitino su di loro e per l’intera loro esistenza”.

In seguito alle gravi accuse mosse nei nostri confronti, relative alla nostra mancanza di autonomia da parte della vicepresidente della Cai Silvia Della Monica, nell’ambito di un convegno sull’etica e la legalità nel mondo dell’adozione, tenutosi martedì 7 febbraio, pubblichiamo la nostra risposta, affidata e ospitata questo pomeriggio dall’associazione Family for Children, a margine di una conferenza stampa relativa alle disfunzioni e alle mancanze della Commissione Adozioni Internazionali. Di seguito riportiamo il nostro comunicato stampa.

Rivendichiamo la nostra totale autonomia 

Siamo i genitori del Comitato genitori adottivi RDC e ringraziamo Family for Children dello spazio che oggi ci hanno concesso. La nostra storia adottiva nasce anni fa, ancor prima che la Repubblica Democratica del Congo decidesse di procedere con il blocco dei ns figli rimasti,  sino al giugno scorso,  impossibilitati ad abbandonare il loro paese per ragioni ancor oggi scarsamente chiare.

Ora siamo genitori felici, accanto a figli radiosi che ci stanno donando molto più di quanto non abbiamo dato e daremo loro.

Ma l’oggetto del nostro intervento attiene a nuovi dolori ed a nuove preoccupazioni, che mai avremmo pensato di dovere affrontare.

Più volte ci siamo recati presso questa stessa aula per lamentare la nostra sofferenza,  non solo dettata dalle decisioni della Repubblica democratica del Congo,  ma in principalità  dal trattamento riservatoci dalla Commissione adozioni internazionali, durante l’intero blocco che ha coinvolto le nostre famiglie, nostro malgrado.

Abbiamo già denunciato la totale inesistenza della Commissione Adozioni Internazionali, la veemenza delle sua vice presidente, Silvia della Monica, nei nostri riguardi di fronte a tutte le richieste di informazioni e trasparenza .

Non abbiamo mai taciuto l’atteggiamento minaccioso, le telefonate minatorie ricevute dal membro Cai, la dottoressa Donatella Piazza, la sussiegosità di certi enti che hanno seguito questo modus operandi in spregio alle nostre preoccupazioni ed alla nostra sofferenza.

Non abbiamo taciuto delle modalità con cui i nostri figli sono stati accolti in Roma, al loro arrivo, di come siamo venuti a conoscenza della loro presenza in Italia e degli incontri avvenuti alla caserma di Spinaceto.

Pensavamo di avere assistito a tutto, ma non potevamo immaginare che la nostra sete di informazione venisse dalla dottoressa Silvia della Monica – nella sua battaglia ad adozioni trasparenti e pulite (fa sorridere la parola trasparenza in rapporto al trattamento oscuro da noi ricevuto!) – ricondotta ad una sorta di sodalizio che assume avere noi contratto con il presidente dell’ente Ai.Bi.

Ai.Bi al centro di asseriti  accertamenti, investigazioni e controlli,  che afferma la dottoressa Silvia della Monica essere pendenti.

Nel premettere che esiste la presunzione di innocenza sino a quando Ai.Bi o qualsivoglia ente non sarà condannato, rinnoviamo per l’ennesima volta la nostra piena autonomia in tutte le scelte che abbiamo condotto nella nostra, finalmente felice, vicenda.

Non siamo mai stati manovrati da alcuno. Lo gridiamo forte.

Invitiamo la dottoressa Silvia della Monica dal cessare con allusioni che sfiorano l’offesa. 

Offesa non già perché veniamo legati ad Ai.Bi. – valga quanto sopra riferito in tema di presunzione di innocenza – ma perché ci si taccia di essere privi di forza intellettiva, se si ritiene i sottoscritti dei poveri manovrati.

Ma ancora più grave la condotta della dottoressa Della Monica, quando torna sempre sul tema delle adozioni in RDC affermando che alcuni bambini sarebbero  stati condotti in Italia sebbene avessero genitori/famiglie nella loro terra di origine.

Ebbene se tali fatti sono accaduti – ci si chiede dove fosse la Cai nella vigilanza del percorso degli enti ai quali ci siamo affidati e perché questi enti operino ancora casomai ( tant’è!) – è doveroso non fare di tutta un’erba un fascio.

 In questa indeterminatezza, in questo continuo parlare e rimandare apertamente, da parte di un magistrato quale è la dottoressa Della Monica, all’inchiesta del settimanale Espresso a firma del giornalista Fabrizio Gatti, che parlava di Ladri di bambini (quali fossero i ladri non è dato sapere!!!), si lascia la possibilità a tutti i figli giunti dalla RDC di ritenere di essere frutto non già di una adozione ma di una RUBERIA!

Ebbene risulta quantomai grave che la dottoressa Silvia della Monica perseveri in questo contegno diffamatorio indiscriminato a danno di tutti: delle adozioni prima e dei nostri figli poi.

Chiediamo in questa sede l’intervento tempestivo del Garante dell’Infanzia per la tutela dei diritti dei bambini adottati dalla coppie italiane per impedire che ulteriori ombre gravitino su di loro e per l’intera loro esistenza, affinché venga posta chiarezza sulla vicenda e si invochi l’opportunità a parlare del tema con il doveroso rispetto che si conviene in favore dei minori. Il supremo interesse del minore ad avere una Cai seria, attiva, vigile, comprensiva, accogliente, cooperante e unita e che inizi a lavorare non nei convegni pubblici, ma nelle sale di via Ruffo quanto prima.