Adozioni internazionali. Costi, trasparenza ed etica tra le priorità del summit de L’ Aja

foto-soldi-bimbo“…Per lo sviluppo armonioso della sua personalità, il minore deve crescere in un ambiente familiare, in un clima di felicità, d’amore e di comprensione; ricordando che ogni Stato dovrebbe adottare, con criterio di priorità, misure appropriate per consentire la permanenza del minore nella famiglia d’origine; riconoscendo che l’adozione internazionale può offrire l’opportunità di dare una famiglia permanente a quei minori per i quali non può essere trovata una famiglia idonea nel loro Stato di origine; Convinti della necessità di prevedere misure atte a garantire che le adozioni internazionali si facciano nell’interesse superiore del minore e nel rispetto dei suoi diritti fondamentali, e che siano evitate la sottrazione, la vendita e la tratta dei minori; Desiderando stabilire, a questo scopo, disposizioni comuni che tengano conto dei principi riconosciuti dagli strumenti internazionali…Hanno convenuto le seguenti disposizioni…”.

Così recita la premessa della “Convenzione sulla protezione dei minori e sulla cooperazione in materia di adozione internazionale” fatta a L’Aja il 29 maggio 1993. Principi la cui effettiva applicazione sarà oggetto dei lavori della Special Commission in corso in questi giorni fino al 12 giugno a L’Aja.

Ad oggi sono 93 i Paesi firmatari della convenzione e di questi 54 l’hanno già ratificata. Alla Special Commission prendono parte i rappresentanti di Autorità centrali dei Paesi aderenti: saranno coinvolti in prima persona in un intenso confronto secondo un calendario di lavori molto serrato, con sessioni dedicate ai temi più critici dell’adozione internazionale. Tra i tanti, il contrasto delle pratiche illecite, gli aspetti finanziari e i costi dell’adozione internazionale.

In vista di questa intensa settimana di lavori e confronti – per lo più dedicata alla valutazione dell’’impatto che la ratifica della Convenzione de L’Aja ha prodotto nei vari Paesi – le Autorità centrali e gli Enti di EurAdopt sono stati da tempo sollecitati all’invio di una valutazione di analisi molto precisa e puntuale relativamente agli effetti provocati dalla legge di ratifica nel loro Paese, con un’attenzione ai risultati ottenuti per contrastare il mercato delle adozioni illecite e per garantire il principio di sussidiarietà dell’adozione internazionale.

Molti gli argomenti di dibattito: dall’implementazione del principio di sussidiarietà all’adozione in relazione alle nuove tecnologie, dagli aspetti finanziari alla lotta agli illeciti e l’etica nell’adozione.

All’appuntamento internazionale tra i relatori anche, la rappresentante della società civile, Maria Doré, portavoce di EurAdopt, di cui Ai.Bi. è membro attivo e partecipe.

“E’ stato un anno molto intenso di lavoro per giungere a queste giornate – dice Marco Griffini, Presidente di Ai.Bi.  – L’impegno portato avanti con Euradopt parte dalla  conferenza di Stoccolma nel corso della quale si è riflettuto sulla adozione per giuste ragioni. Avviare un processo di consapevolezza che coinvolge e allinea su un linguaggio comune le famiglie, gli enti autorizzati, le rappresentanze, i Paesi vuol dire voler dare una prospettiva di visione e di futuro all’adozione, con criteri di trasparenza e processi  etici. Una buona occasione, dunque, per ripensare l’adozione in una prospettiva futura”

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