Adozioni internazionali. “Meglio il ‘fai da te’ o l’ente autorizzato?” Per il 51% delle famiglie adottive forse è opportuno ritornare al passato

la notte delle adozioniÈ stato un testa a testa fino all’ultimo, a dimostrazione di come il tema sia al centro di un intenso dibattito in questo periodo di profonda crisi delle adozioni internazionali. Alla fine i lettori di Aibinews che hanno risposto al sondaggio proposto il 24 febbraio hanno optato per l’abolizione dell’obbligo, per le aspiranti coppie adottive, di rivolgersi agli enti autorizzati, previsto dall’attuale normativa italiana. Ma lo scarto tra i favorevoli e i contrari all’eliminazione di tale obbligo è più ridotta che mai: coloro che hanno espresso parere favorevole sono stati il 51%, mentre il 49% preferirebbe che il sistema italiano in questo senso rimanesse immutato. Solo un 2% di differenza, dunque: evidente testimonianza di come il problema sia notevolmente controverso.

Attualmente il nostro Paese è uno dei pochi in cui vige l’obbligo per aspiranti coppie adottive di affidarsi a un ente autorizzato. Lo prevede la legge 476 del 1998. Una legge fortemente voluta da chi riponeva profonda fiducia nella capacità degli enti di accompagnare adeguatamente le coppie prima, durante e dopo l’incontro con il loro figlio e da chi riteneva necessario porre fine al turpe mercato che il “fai da te” aveva scatenato nell’adozione internazionale. Una pratica, quella del “fai da te”, a cui, prima dell’approvazione della legge 476, ricorreva circa l’80% degli aspiranti genitori adottivi.

Tuttavia, gli avvenimenti più recenti – dalle campagne mediatiche che hanno gettato fumo sull’adozione internazionale all’annullamento dei rapporti di collaborazione tra la Cai e gli enti – hanno consigliato di mettere in discussione il sistema basato proprio sugli enti stessi. Nella situazione attuale, non c’è da stupirsi che nelle famiglie italiane si sia sviluppata una certa diffidenza sull’operato di questi soggetti.

Ecco perché Aibinews ha chiesto ai suoi lettori di esprimere il proprio parere sul tema: abolire l’obbligo di rivolgersi agli enti o mantenerlo? Di pochissimo, ma, dopo 20 giorni di sondaggio, ha prevalso la prima ipotesi. I lettori di Aibinews preferirebbero, per le aspiranti coppie adottive, maggiore libertà di scelta  del soggetto a cui affidarsi per il loro percorso di adozione internazionale. Un possibile modello da prendere come riferimento è quello francese, dove una coppia che intende adottare può scegliere fra 3 strade: l’ente autorizzato, l’agenzia pubblica nazionale (Agence Française de l’Adoption) o il “fai da te” con l’assistenza dei propri consulenti legali.