Adozioni internazionali. La gestione dell’attesa fino all’abbinamento. La psicologa: “In questo momento è fondamentale il confronto con le altre coppie”

attesaL’attesa…quanto è difficile gestire questo “momento” che intercorre tra la consegna dei documenti, l’abbinamento e l’incontro con tuo figlio. Un momento più o meno lungo che a volte ti sembra anche infinito e che tutte le coppie si trovano ad affrontare. Probabilmente è anche il periodo più carico di sentimenti anche contrastanti. Tanti i dubbi e l’altalenarsi di emozioni: dalla paura che tutto possa svanire all’esaltazione pura immaginando l’istante in cui si guarderà negli occhi il figlio tanto desiderato.

Quelli che seguono, sono i pensieri di Lucia, Marco ed Elena (la figlia di 6 anni) in attesa del loro bimbo cinese.

L’inizio dell’attesa, dopo la consegna dei documenti – raccontano –, è stato un momento molto carico: idee, pensieri, immagini, fantasie galoppavano entusiasti, sapevamo che ci sarebbe voluto tanto, ma eravamo fiduciosi”.

Tante le domande e le telefonate a Cristina (Legnani, referente Ai.Bi per la Cina ndr ) come crediamo abbiano fatto molti di voi, e inevitabili momenti di delusione e dubbi: ‘Se poi diventiamo troppo vecchi?’, ‘Cosa facciamo finché aspettiamo?”, “Cosa possiamo dire ad Elena che ci chiede in continuazione quando arriverà il fratellino/sorellina?”.

Poi uno scritto, tratto da un libro di Bonhoeffer ci ha illuminato  “L’attesa è un’arte e qui ci siamo fermati, ci siamo interrogati su quello che stavamo vivendo. Un po’ alla volta abbiamo cominciato a scoprire che l’attesa può essere… scoperta, crescita, creatività”.

È dal momento in cui si comprende che si vuole avere un figlio che inizia l’attesa – dice Noemi Benvissuto Psicologa e Psicoterapeuta- . In quell’istante, insieme al desiderio, nascono sogni, speranze, aspettative, ma anche paure e domande. Col passare del tempo, qualora il desiderio non venga esaudito, può essere che tutte le emozioni belle provate all’inizio si incupiscano, si affievoliscano… è a questo punto che diventa non solo utile, ma proprio necessario, confrontarsi con altri che stiano vivendo la stessa situazione”.

Il confronto può offrire risposte alle domande e conforto: scambiare dubbi, opinioni e informazioni con chi sta attraversando il medesimo periodo e, probabilmente, provando le stesse emozioni, aiuta a sopportare quest’ultime e a trovare soluzioni per vivere l’attesa nel modo più funzionale possibile, cioè preparandosi.

Nell’adozione inoltre bisogna ricordare che non sono solo i genitori ad aspettare – precisa – , c’è anche un bambino dall’altra parte che attende di conoscere finalmente delle figure stabili che si possano prendere cura di lui. È un bambino che ha vissuto l’esperienza dell’abbandono e che in pochi casi si è sentito voluto e pensato nella mente e nel cuore di un adulto”.

“Per dargli subito l’idea del cambiamento, del fatto che la coppia che ha incontrato l’ha tanto desiderato, provato a immaginare e che non lo lascerà – conclude la psicologa –, potrebbe essere utile durante l’attesa preparare la casa per il suo arrivo e realizzare una sorta di diario in cui raccontare ciò che si prova e si pensa attraverso foto, disegni, scrivendo…”

Questo aiuterà il bimbo a sentirsi accolto, voluto, amato e la coppia a tollerare il tempo che passa in sua attesa.