Adozioni internazionali: ora anche gli insegnanti sanno come rispondere!

“La geografia consente il confronto sulle grandi questioni comuni a partire dalla conoscenza dei differenti luoghi di nascita o di origine familiare”: si legge nelle nuove Indicazioni Nazionali per il curricolo dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione. Ecco l’importanza della geografia: chiarisce dove si è, dove si è stati e dove si potrebbe essere non solo da un punto di vista fisico ma anche da un punto di vista “umano”.

Al giorno d’oggi infatti le classi scolastiche che si costituiscono di una pluralità di geografie: spesso i luoghi di origine e quelli di approdo non corrispondono ed è più che naturale che un bambino possa chiedere chiarimenti o esporre dei dubbi. Le scuole non sono soltanto multiculturali, ma racchiudono numerosissime realtà, difficilmente enumerabili. Tra i figli che compongono le classi delle scuole, quelli arrivati con l’adozione internazionale ne sono certamente una parte fondamentale e importante: la nascita in un Paese diverso da quello in cui si risiede, unito al diventare parte di un nucleo familiare attraverso un viaggio, può essere oggetto di attenzione o di indifferenza con il passare degli anni.

Le domande sulla terra natìa possono essere infatti più intense in alcune fasi della crescita e più blande in altre: resta la curiosità verso le origini che devono essere soddisfatte in primis dalla famiglia, e in secundis dalla scuola.

A partire dalla scuola dell’Infanzia, in cui, tra gli obiettivi delle Indicazioni Nazionali figura la consapevolezza del “sé e l’altro” si legge: “Sa di avere una storia personale e familiare, conosce le tradizioni della famiglia, della comunità e le mette a confronto con altre”. Il raggiungimento di questo obiettivo deve essere ulteriormente favorito già dai primi anni della Scuola Primaria e Secondaria di Primo Grado, in cui è necessario valorizzare la differenza delle esperienze vissute: è da queste ultime che l’eventuale manifestazione da parte di un bambino di approfondire le conoscenze sul Paese di origine non solo non devono restare inascoltate, ma devono essere necessariamente incoraggiate e supportate dal corpo docenti. Per questo motivo le Indicazioni Nazionali lasciano ampio raggio d’azione alla progettazione dei singoli docenti proprio per evitare che il libro di testo diventi un vincolo nei confronti della progettazione didattica.

La geografia nel percorso di crescita non è un elemento statico bensì dinamico e narrabile: libri di fiabe di vari Paesi da cui provengono sia i figli adottivi che gli alunni stranieri, e atlanti geografici ricchi di immagini possono essere pratici strumenti per scoprire caratteristiche di luoghi lontani che fungeranno da base per la creazione di un dialogo interculturale. Una fiaba potrà diventare un ottimo mediatore didattico volto a valorizzare la specificità di ogni alunno, da qualunque parte del mondo provenga.

Fonte  italiaadozione.it