Adozioni internazionali, più brevi, meno costose e soprattutto… possibili. Ai.Bi. presenta la proposta di legge per riformare il sistema

Monte Colombo, Rimini – Rivoluzione anno zero, si parte. Finito il lavoro di stesura del testo di legge, il pool di Ai.Bi. inizia il processo di diffusione e condivisione dell’articolato completo – anticipato  a maggio dal Manifesto Oltre la Crisi – presso l’opinione pubblica politica e il parlamento italiano. La versione completa delle modifiche alla 184 del 1983 è stata mostrata il 29 agosto: folto il pubblico di famiglie, presenti anche ricercatori, esperti di infanzia e giornalisti.
Una riforma di legge per ridare speranza alle famiglie e invogliarle a tornare all’adozione: «Avete in mano lo strumento di rivoluzione del sistema delle adozioni interazionali», ha esordito Marco Griffini, presidente di Ai.Bi. Amici dei Bambini dal palco del Teatro Leo Amici, a Monte Colombo. L’intensa campagna di promozione della riforma di legge, che ha raccolto quasi 10mila firme, giunge al suo momento decisivo: presto l’articolato sarà in tutte le caselle di posta elettronica dei firmatari, aperto a osservazioni e proposte.

Un cammino di adozione rinnovato nella struttura e nell’essenza, a cominciare dall’iter necessario a ottenere l’idoneità, fino ad arrivare al post- adozione. Un ruolo più spiccato dei servizi territoriali, una più marcata collaborazione con gli enti autorizzati all’adozione internazionale sono i punti salienti della riforma: «L’idoneità deve diventare il risultato di un percorso congiunto tra servizi sociali ed enti autorizzati» ha sottolineato Griffini. Il presidente di Ai.Bi. è fautore infatti di un’idoneità sostanziale, opposta a quella formale oggi emessa dai giudici dei Tribunali dei Minori.

Antonio Crinò, Direttore generale di Ai.Bi., e l’avvocato Enrica Dato dell’Ufficio Diritti dei Minori di Ai.Bi., hanno esposto i punti caldi della proposta ideata per ottenere più famiglie e più adozioni. Fondamentale l’introduzione di costi standard per i servizi forniti dagli enti autorizzati, così da ridurre le spese adottive fino alla gratuità per le fasce medio-basse. Una tabella di costi rigorosa basata su requisiti qualitativi, capaci di avviare una rincorsa virtuosa tra gli enti nonché l’eliminazione dei meno efficaci e meno strutturati, fino all’innesco di economie di scala anche per le adozioni: meno enti e più grandi, capaci di fare più adozioni ciascuno e farle pagare meno.