Adozioni. Pagamenti in contanti all’estero. Gli Enti che praticano tale prassi vanno fermati

“Gli enti autorizzati che incoraggiano la prassi dei pagamenti in contanti vanno fermati perché screditano tutto il sistema delle adozioni internazionali” Marco Griffini, presidente Ai.Bi.

L’inchiesta di Antonio RossittoIl business delle adozioni”, pubblicato lo scorso sei febbraio sul numero di  Panorama in edicola con la copertina “Il commercio delle adozioni”, ha scatenato le reazioni di famiglie, enti e associazioni familiari e non solo.

In una nota pubblicata sul sito giovedì 21 febbraio, la Commissione per le Adozioni Internazionali (CAI) ritorna sul pezzo di Rossitto e commenta “Recenti articoli di stampa e soprattutto certe immagini possono veicolare un’idea di adozione internazionale lontana dalla realtà. Immagini di neonati con relativo cartellino del prezzo attaccato al polso esistono solo nelle fantasie di chi forse non ha mai rinunciato all’idea di un mercato dei bambini possibilmente piccoli e bianchi. Le coppie italiane mostrano grande disponibilità all’accoglienza anche di bambini grandicelli e con bisogni speciali … Questa è una peculiarità del nostro Paese che va riconosciuta e valorizzata, indice di una generosità verso i bambini più svantaggiati che purtroppo non sempre emerge dal contenuto di certi articoli o trasmissioni che trattano l’adozione internazionale come dell’acquisto di un prodotto utile a soddisfare desideri e bisogni degli adulti e non quale prezioso strumento di tutela per l’infanzia abbandonata nel mondo.”

E così a corredo della risposta a “certi articoli di stampa”,  la CAI  pubblica, finalmente, anche i rapporti statistici relativi al 2016 e 2017, finora consultabili solo nella versione sintetica per il biennio 2016-2017.

Come non condividere la grande disponibilità all’accoglienza delle coppie italiane che in un passato non tanto lontano – quando la politica ancora s’interessava di adozioni – ha fatto dell’adozione internazionale il fiore all’occhiello dell’Italia superando anche le 4 mila adozioni all’anno. Tuttavia che la prassi dei pagamenti in contanti esista – come confermato peraltro da alcune associazioni di genitori adottivi-  è altrettanto innegabile.

Una piaga, quella dei pagamenti in contanti nelle adozioni internazionali, assolutamente prioritaria tra quelle che la CAI deve contrastare, se davvero vuole svolgere quel ruolo di supporto e tutela delle famiglie adottive e di controllo sull’operato degli enti, che la normativa le assegna” – ribadisce Marco Griffini, presidente di Ai.Bi. – “Dove entrano in gioco i contanti, tutto è possibile: dalla corruzione al riciclaggio. Ma ci sono le linee guida della commissione: i pagamenti devono essere trasparenti e tracciabili. E devono trovare riscontro nei bilanci degli enti autorizzati, meglio se certificati da una società di revisione. Il settore delle adozioni internazionali esige controlli: continui e diffusi.”

Gli enti autorizzati che incoraggiano la prassi dei pagamenti in contanti vanno fermati perché screditano tutto il sistema delle adozioni internazionali” – è l’appello di Griffini  agli enti autorizzati e alla Commissione per l’adozione internazionale.

Solo sradicando definitivamente dal panorama dell’adozione internazionale in Italia il ‘tarlo’ dei pagamenti in contanti si restituirà credibilità all’adozione internazionale e fiducia alle famiglie che vorrebbero scegliere l’adozione internazionale, ma finora sono rimaste ferme anche per queste ‘voci’.