Adozioni Rdc. Care: “Costruire ponti, non steccati”

bambino-congo5Riportiamo di seguito il testo integrale del comunicato diffuso dal Care (Coordinamento delle famiglie adottive e e affidatari in rete) in seguito alla conferenza stampa organizzata alla Camera dei Deputasti da 22 famiglie adottive della Repubblica Democratica del Congo che da 22 mesi attendono di poter abbracciare i propri figli e del conseguente comunicato della Commissione Adozioni Internazionali.

 

Mercoledì 5 agosto, 44 genitori adottivi, in attesa dalla Repubblica Democratica del Congo hanno organizzato una conferenza stampa alla Camera chiedendo, allo Stato Italiano, e quindi alla Commissione Adozioni Internazionali, di venire informati esaustivamente e regolarmente in merito all’andamento delle procedure in atto riguardanti le loro pratiche.

In particolare hanno scritto riferendosi ai propri figli: “Perché non possiamo tutti avere mensili comunicazioni circa il loro stato di salute, la loro crescita, le loro condizioni di vita, la loro educazione?…Perché gli altri genitori stranieri coinvolti vengono informati con puntualità e periodicamente delle attività di trattativa in corso, anche con conferenze pubbliche, mentre noi siamo costretti ad un avvilente silenzio?”

Il giorno dopo il Coordinamento CARE ha potuto leggere, come tutti, sul sito istituzionale della Commissione Adozioni Internazionali un comunicato, di cui nulla sapeva, in cui la Commissione stessa dichiarava di avere ricevuto più di 100 lettere di altri genitori adottivi parimenti in attesa dalla Repubblica Democratica del Congo e da tutti gli Enti Autorizzati coinvolti preoccupati dalle possibili conseguenze nefaste della conferenza stampa di cui sopra e in cui stigmatizzava l’azione dei 44 genitori come frutto di “una irresponsabile strategia”. Il comunicato procedeva quindi a dichiarare quanto segue: “La Commissione, condivide la preoccupazione espressa dalle coppie e dagli enti riguardo a tale inopportuna iniziativa ed al previsto e puntualmente arrivato polverone mediatico, ed esprime il proprio apprezzamento per il grande senso di responsabilità dimostrato dalla stragrande maggioranza dei genitori adottivi e dagli enti che li assistono, che, fidandosi delle istituzioni e dando seguito alle indicazioni della Commissione, si astengono dall’assumere comportamenti incauti e controproducenti.”

Il Coordinamento CARE, costituito da 32 associazioni familiari, crede fermamente che sia dovere ineludibile delle Istituzioni dare ascolto alle istanze di ogni singolo cittadino. Che sia un singolo cittadino, che siano 44 o che siano più di 100 è compito delle Istituzioni che rappresentano lo Stato accogliere quanto viene portato e dare adeguata risposta, al meglio delle proprie conoscenze e informazioni. Infatti è fondamentale la previsione di spazi che possano contribuire a sviluppare un clima di reciproca comprensione e rafforzare la relazione di fiducia fra istituzioni e famiglie adottive.

Il Coordinamento CARE, auspicando una vicina risoluzione di questa dolorosissima vicenda che vede bloccati da due anni troppi bambini, crede che sia fondamentale la riattivazione del dialogo tra famiglie adottive e istituzioni, ed è pronto a mettere a disposizione tutte le proprie risorse per agevolare tale importantissimo confronto.