Africa, Zimbabwe: Multa di 5 dollari a chi urla durante il parto

zimbabweIn Zimbabwe, uno dei paesi africani che soffre più la povertà, partorire può essere costosissimo.

Anche le urla delle partorienti hanno un prezzo. In una clinica sita in quartiere poverissimo, se una madre durante le doglie, dovesse urlare, le inservienti possono multarla con una penale di 5 dollari.

Una cifra da capogiro in un paese dove il salario annuale medio si aggira sui 150 dollari.

Ma tutto questo non basta: se le partorienti non hanno denaro a sufficienza per pagare i medici, non possono tornare a casa con il loro bambino, ma vengono tenute in ostaggio fino a quando non “saldano il conto”.

Questi orrori sono stati resi noti da un’indagine condotta da un gruppo internazionale, Trasparency International, che ha poi rilasciato i dati a quotidiani prestigiosi come il Washington Post e il Daily Mail londinese.

Proprio in questi giorni in cui le prime pagine dei giornali mostrano le foto sorridenti dei principi inglesi e del loro piccolo erede al trono, il divario con quel mondo africano e le sofferenze delle donne più povere al mondo ci devono far riflettere.

Far pagare una partoriente che urla di dolore? Questa è la normalità in Zimbabwe, dove la corruzione nei servizi sociali è endemica: secondo l’indagine svolta, almeno il 62% degli abitanti del paese ha dovuto pagare delle “tangenti” nell’ultimo anno.

I 5 dollari richiesti alle partorienti che urlano di dolore, sono “giustificati” dal fatto che quel grido crea un falso allarme e richiede un ulteriore intervento infermieristico! E’ chiaro però che si tratti di una falsità, in una clinica che richiede 50 dollari per ogni parto!

E’ sconcertante pensare che, in un paese africano, in cui il 95% degli abitanti è disoccupato una donna che urla durante il parto, è costretta a versare metà del suo guadagno annuo ad una clinica che dovrebbe svolgere solo il suo lavoro.

 

Fonte: dailymail.co.uk 

 

Dalla nostra corrispondente USA, Silvia Kramar