#Africainfamiglia. Negli istituti marocchini un dattero aromatizzato all’“Adozione a Distanza” rompe il digiuno giornaliero e da inizio al “ftour”!

Un gesto ancestrale, tramandato di generazione in generazione e fatto di sapienti e coloratissimi dosaggi: è la cucina marocchina, soprattutto in tempo di Ramadan.

Al tramonto del sole i bambini e gli adolescenti degli istituti marocchini sostenuti da Ai.Bi., nell’ambito della campagna di Adozione a DistanzaAfrica in Famiglia”, si preparano al “ftour“o”iftar”, annunciato in tutte le città dalle sirene.

E’ così un dattero – come ai tempi del profeta Maometto – rompe il digiuno e da inizio ad una nuova serata di convivialità e accoglienza condita da “harira” fumante, zuppa marocchina, ceci, lenticchie, riso, carne, dolci, frittelle e aromi di agrumi e l’odore di spezie di ogni sorta aleggiano nell’area e danno un sapore di famiglia all’allegra combriccola che attende con ansia l’arrivo delle frittelle al miele e chissà che qualche ospite si unisca all’ultimo!

Sì, perché lo “ftour” viene offerto a tutti e chi si trova fuori a quell’ora può affacciarsi alla porta di una casa qualsiasi e unirsi alla tavola imbandita e gustare un po’ di “accoglienza”.