Ai.Bi.Giovani: «Se il Servizio Civile sta morendo è anche colpa nostra»

Servizio civile in stato di emergenza: Ai.Bi. Giovani chiede spazio per pronunciarsi sulla questione. Ne dà lo spunto il settimanale Vita ha infatti lanciato la proposta di un servizio civile universale, aperto senza discriminazioni a tutti giovani che vivono nel Paese, a cui possano contribuire tanto le amministrazioni pubbliche quanto i soggetti privati, sia profit che non-profit. La novità (e la protesta) di Vita consiste nel chiedere di far partire tutti i progetti approvati, non solo i progetti finanziati. Altro punto di proposta è l’incentivo del servizio civile anche nel Centro e Sud Italia.

«Il servizio civile nazionale, nato con la legge 64 del 2001, sta morendo» avvertono le pagine di Vita. «Dal 2008 al 2012 il fondo nazionale è passato da 299 milioni a 68 milioni. I 68 milioni messi a bilancio quest’anno non sono sufficienti neanche a coprire i costi messi a bando». Altra infelice notizia riguarda il calo di adesioni al servizio civile registrate nel 2012, pari all’80% in meno rispetto al 2006. «Il primo febbraio risultavano in servizio meno di 9mila volontari. Nel 2006 erano quasi 46mila».

Marco Carretta (in foto, al centro), ventenne coordinatore nazionale di Ai.Bi. Giovani, ha qualcosa da dire in merito. «Prima di tutto mi sento molto chiamato in causa – esordisce Marco – in quanto sono tra i giovani in attesa di inziare quest’esperienza. Tanti altri giovani adesso sono rimasti senza prospettiva di lavoro: in un momento simile il servizio civile è un’occasione imperdibile per tanti di noi, perché dà la possibilità di sperimentare e sviluppare le proprie capacità personali in particolare nel campo sociale – continua Marco, diplomato in Tecnica grafica –. È il modo per tanti giovani di fare il salto di qualità dallo status di studente allo status di lavoratore. Bloccando il servizio civile, i primi che resteranno tagliati fuori dai servizi sono i beneficiari dei progetti: i giovani, i disabili, gli anziani, le famiglie in difficoltà».

I giovani non vedranno mai una pensione. Che ne pensi? «Forse c’è bisogno di cambiare qualcosa» è l’appello di Marco. «L’attuale situazione di crisi, che ci vede tagliati fuori dall’opportunità di avere una pensione, dev’essere di stimolo per valorizzare le nostre doti. Sono convinto che la risposta a questa crisi arriverà se noi giovani agiremo a livello collettivo e associazionistico. Questo significa che bisognerà cambiare la mentalità attuale, che si basa sul cercare di pensare solo al presente e non al futuro».


Petizione online

Vita dà la possibilità di aderire a una petizione, che intende portare la proposta all’attenzione del Ministro con delega al servizio civile Andrea Riccardi. Sono già 770 i firmatari e gli aderenti al progetto, e diverse le voci del mondo politico e istituzionale ad aver dato assenso all’iniziativa.