Allarme denatalità. Istat: “Nascite al minimo storico. Superato il record negativo del 2015”. E continuano a crollare anche le adozioni internazionali. De Palo (Forum Famiglie): “La Politica non è interessata”

culle vuoteNon si arresta il crollo demografico divenuto ormai una malattia cronica della società italiana. L’ Istat stima, infatti, che al 1° gennaio 2017 la popolazione ammonti a 60 milioni 579 mila residenti: 86 mila unità in meno sull’anno precedente.

Il saldo naturale (nascite meno decessi) registra nel 2016 un valore negativo (-134 mila):  il secondo maggior calo di sempre, superato soltanto da quello del 2015 (-162 mila).

La denatalità sembra, dunque, essere una tendenza incontrovertibile: i dati segnalano per il 2016 un alto drastico calo di nascite rispetto al 2015 che era assurto agli onori della cronaca per essere l’anno meno fecondo dall’unità d’Italia. Un nuovo record negativo insomma e tutto lascia immaginare che non sarà l’ultimo.

Nel 2016 le nascite sono stimate in 474mila unità, circa 12mila in meno rispetto all’anno precedente. I decessi sono stati 608 mila in linea con la tendenza all’aumento dovuta all’invecchiamento della popolazione.

La fecondità totale in Italia è scesa nel 2016 a 1,34 figli per donna, dagli 1,35 del 2015:ciò non è dovuto a una reale riduzione della propensione alla fecondità, ma al calo delle donne in età feconda per le italiane e al processo d’invecchiamento per le straniere.

Gli italiani continuano, dunque, ad invecchiare, frutto del calo delle nascite, dell’allungamento della vita e dei flussi di immigrazione.

Per il terzo anno di fila, quindi, il numero di nuovi nati non raggiunge il mezzo milione, toccando un nuovo minimo storico dal 1861, anno dell’Unità d’Italia. La conferma della diminuzione della natalità rappresenta un nuovo campanello d’allarme sulla pressoché totale mancanza di politiche a sostegno della famiglia. Una piaga a cui si aggiunge il continuo calo delle adozioni internazionali.

Il Paese sta morendo. La politica, tutta, si dia una svegliata e faccia qualcosa. Come Forum più che ripeterlo ogni anno che passa, facendo anche proposte concrete che, puntualmente, restano inascoltate, non sappiamo più cosa fare“: commenta Gianluigi De Palo, presidente del Forum delle Associazioni Familiari.

Nell’interesse di tutti dovrebbe essere anche arginare il crollo demografico sostenendo l’adozione internazionale. I dati invece ci dicono che la crisi, iniziata nel 2011, non si arresta segnando un crollo del 50% rispetto a soli 5 anni prima. Altro effetto, tra le varie cose, del disinteresse della politica verso le politiche famigliari.

Cosa si aspetta, dunque, a rilanciare le adozioni internazionali? Bisogna fare in fretta e intanto basterebbe nominare la nuova vicepresidente della CAI in modo da rimettere in moto la Commissione adozioni internazionali e colmare, così, un gap e un lassismo che ci trasciniamo da troppo tempo ormai.

Fonte: Ansa, Avvenire