La rimonta del Covid. Un’App per rilevare il contagio. Mentre il Ministero apre al ritorno delle mascherine

Pfizer ha investito 116 milioni in una App Covid che riconosce le infezioni grazie alla voce. Intanto il Ministero prepara una circolare che ipotizza, in caso di peggioramenti, il ritorno dell’obbligo delle mascherine al chiuso

Le ultime rilevazioni della Fiaso (Federazione aziende ospedaliere e sanitarie) negli ospedali “sentinella” evidenziano un netto aumento dei ricoveri per Covid: +39% rispetto al + 5% dei 7 giorni precedenti in cui, per di più, quasi tutti i ricoveri erano avvenuti per altri motivi e l’infezione da Covid era stata scoperta una volta che i pazienti erano già in ospedale.
Ad essere aumentati sono soprattutto i ricoveri nei reparti ordinari, mentre nelle terapie intensive le persone in più sono solo 10. L’analisi dei pazienti rileva come la maggior parte siano soggetti che non hanno fatto la quarta dose di vaccino, consigliata per gli over 60, e gli anziani, con un’età media di 74 anni tra i vaccinati e di 70 anni per i non vaccinati. In percentuale i non vaccinati sono il 15% del totale dei ricoverati, ma il 25% se si guarda solo alla terapia intensiva.

In caso di peggioramento, possibile ritorno delle mascherine al chiuso

Nessuna variazione, invece, è stata rilevata nei minori di 18 anni, il cui dato è stabile.
La situazione, dunque, appare ancora sostanzialmente sotto controllo, ma l’allerta rimane alta, tanto ches circolando la bozza di una nuova circolare del Ministero che – secondo ADNKronos – darebbe alcune indicazioni in vista dell’inverno, sottolineando come in caso di un “evidente peggioramento epidemiologico” potrebbe venire reintrodotto l’obbligo di mascherina al chiuso e, in caso di ulteriore necessità, anche l’adozione dello smart working e la limitazione delle dimensioni degli eventi che possano prevedere assembramenti.
Come detto, al momento si tratta ancora di una bozza, ma non ci sono dubbi sulla volontà del Ministero di non abbassare la guardia e ricordare come l’evoluzione della situazione sia ancora molto incerta, a maggior ragione andando incontro a un periodo nel quale arriverà anche il picco dell’influenza stagionale. La variabilità della situazione dipende anche dalla comparsa di possibili nuove varianti e, non ultimo, dall’andamento della copertura vaccinale che, come noto, ha subito una significativa battuta d’arresto. Secondo la stessa bozza di circolare, il Ministero sottolinea come l’obiettivo anche per il prossimo inverno sia quello di “continuare a mettere in sicurezza prioritariamente anziani e fragili, proteggendoli dalla malattia grave e dalla ospedalizzazione”.

La nuova Applicazione che riconosce il Covid dalla voce

Se, dunque, le vaccinazioni rimangono fondamentali, altrettanto lo sono gli strumenti che permettono di diagnosticare tempestivamente la malattia. Su questo versante, presto potrebbe esserci un nuovo decisivo alleato: un’App per smartphone in grado di rilevare l’infezione tramite la voce.
Il progetto è di una società australiana specializzata in assistenza sanitaria digitale, ma i primi risultati paiono così soddisfacenti da aver convinto l’azienda farmaceutica Pfizer a investire 116 milioni per acquistarla. Grazie all’utilizzo di un nuovo modello di Intelligenza Artificiale, partendo da semplici registrazioni vocali l’Applicazione è in grado di individuare  l’infezione da Covid con una percentuale di accuratezza dell’89%. Inoltre, il suo utilizzo è più rapido e, soprattutto, meno costoso rispetto ai testi antigenici rapidi che nei Paesi più poveri sono anche molto difficili da distribuire.
Il funzionamento è estremamente semplice: una volta installata sul cellulare, l’App richiede di inserire alcuni dati personali e registrare alcuni suoni respiratori come tossire, fare un respiro profondo, leggere una breve frase, ecc. Sarà poi l’algoritmo, sviluppato sulla base dell’App COVID-19 Sounds dell’Università di Cambridge contenente 893 campioni audio di 4.352 soggetti, sani e non sani, a cui i ricercatori hanno aggiunto i dati di altri 183 pazienti raccolti tra il 2017 e il 2021, a dare il suo responso sulla presenza o meno di una possibile infezione da Covid.