Romania: 40 mila minori in attesa di essere adottati”. Loro non aspettano altro: parola di figlio adottivo ! ”

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Izidor Ruckel, figlio adottivo, uno dei protagonisti del convegno

Come convincere i politici a credere nell’adozione, attuando politiche che possano incoraggiare le famiglie ad accogliere bambini stranieri? Amici dei Bambini ci prova da tempo, anche attraverso occasioni preziose come l’Open Day. In Romania l’associazione Catharsis di Braçov, in Romania, ha organizzato un convegno dal titolo ‘Abandoned for life’ con la speranza che il Paese riesca a cancellare la parola ‘orfani’.

E per far emergere il bello dell’adozione, fa sì che siano i figli adottati, ormai adulti, a spiegare il valore che per loro ha avuto l’ essere stati accolti da una famiglia diversa da quella biologica.

Con questo obiettivo, l’associazione Catharsis di Braçov, in Romania, ha organizzato un convegno dal titolo ‘Abandoned for life’ con la speranza che il Paese riesca a cancellare la parola ‘orfani’. “Vogliamo una Romania senza orfani!”: con questo slogan l’ associazione Catharsis di Brasov ha organizzato una conferenza dal titolo “Abandoned for Life”, permettendo a esponenti del Governo, vertici dell’Autorità Centrale, e parlamentari di incontrare i migliori ambasciatori dell’adozione internazionale: ifigli adottati, ormai adulti.  

Giovani nati in Romania e poi cresciuti con famiglie di tutto il mondo hanno raccontato alla folta platea la propria esperienza. Sono ragazzi sereni, consapevoli che l’adozione è stata per loro la chance della vita: Veronica Clark, 22 anni, adottata da una famiglia del Kansas, studia Belle Arti a Firenze; Alexander Kuch, ventenne, dalla Germania dove viveva con i genitori adottivi si è trasferito in Nuova Zelanda per studiare Diritti Umani; Izidor Ruckel, 35 anni, lavora come manager a Denver in Colorado. Per lui aiutare i bambini senza voce, abbandonati negli orfanotrofi sparsi del mondo, è diventata una vera missione.

E a chiunque lo intervisti, Alexander ripete: “Ho trascorso i primi 11 anni della mia vita in un posto disumano, quale sono gli istituti per minori abbandonati. Posso dire che si tratta di una soluzione crudele per i figli “indesiderati”, che vengono abbandonati. Attraverso la mia storia personale, e quella di tanti miei amici, ho visto come la stabilità e l’amore di una famiglia può cambiare un bambino senza speranza e inquieto in un essere umano riappacificato con vita”.

Dalle stime in Romania sono almeno 40mila i bambini abbandonati, che non riescono ad essere adottati in patria o da rumeni residenti all’estero, come consente l’attuale legislazione. La maggior parte dei bambini cresce in solitudine in ospedali o orfanotrofi, i più ‘fortunati’ raggiungono i 18 anni, crescendo in famiglie affidatarie. Ma la maggiore età comporta la cessazione della protezione statale, e così tanti, troppi ragazzi si ritrovano in mezzo a una strada, senza la possibilità di poter costruire c on serenità il proprio futuro.

Siccome i grandi risultati, si fanno sommando piccoli numeri, non resta che lanciare un appello ai rumeni residenti in Italia, che rappresentano un’enorme risorsa nell’ottica dell’accoglienza dei minori rumeni orfani o abbandonati. La popolazione proveniente dalla Romania residente nel nostro Paese, infatti, sfiora il milione di persone: per un bambino rumeno abbandonato o orfano trovare una nuova famiglia in Italia non è così improbabile, anche perché l’ iter è in genere veloce e non troppo costoso.