Assegno Unico: solo il 30% delle famiglie ha presentato domanda. Ma c’è ancora tempo fino al 28 febbraio

Alla fine di febbraio scade il termine per fare richiesta dell’Assegno Unico in tempo per ricevere i soldi già da marzo. Finora arrivate 3 domande su 10, ma stavolta la burocrazia non è così complicata…

Ormai ci siamo quasi: il tanto atteso Assegno Unico Universale per i figli a carico, la nuova misura voluta dal Governo per cambiare la politica di sostegno alle famiglie, è sui blocchi di partenza. I primi assegni, infatti, inizieranno a essere erogati dal 15 marzo, ma, come più volte ribadito, anche dalla Ministra Bonetti stessa, questi arriveranno solo a chi ha presentato la domanda entro il 28 febbraio. Tradotto: c’è ancora una sola settimana per fare domanda in modo da non “saltare” nessun mese di aiuti.

Assegno Unico: prime erogazioni dal 15 marzo per le domande arrivate entro il 28 febbraio

Da marzo, infatti, (anche questo è stato ribadito più volte) finiranno di essere erogate tutte le altre misure attualmente in essere: assegni familiari, detrazioni per figli a carico, bouns nascita, etc. Di conseguenza, se ancora non si è fatta la domanda dell’assegno unico, si perdono i vecchi incentivi e non si prendono quelli nuovi: è vero, tutte le richieste fatte entro il 30 giugno hanno diritto agli arretrati da marzo in avanti, ma arriveranno solo dopo aver fatto la domanda, chiaramente.
Il fatto è che, come riporta il Corriere della Sera, al 18 febbraio, quindi 10 giorni prima della scadenza, all’INPS erano arrivate circa 2,2 milioni di domande, più o meno il 30% rispetto al totale di 7,5 milioni che l’Istituto si aspetta.
Non è la prima volta che una misura varata dal governa vede un’adesione molto inferiore alle attese e alla platea dei possibili destinatari, però, questa volta, la situazione appare un po’ diversa: innanzitutto perché l’Assegno Unico sostituirà (e implementerà) alcune misure che quella platea di 7,5 milioni di famiglie già riceve. La mancata domanda, quindi, si trasforma, di fatto, in una perdita e non in un “mancato guadagno”, come potrebbe essere, per esempio, la richiesta di un bonus qualsiasi.

La domanda per l’Assegno Unico può essere fatta anche senza ISEE

Inoltre, va detto, questa volta la procedura non è così complicata e il preavviso c’è stato, a maggior ragione pensando a tutti i rinvii che ci sono stati nel corso dei mesi.
Lo scoglio principale, dal punto di vista pratico e “burocratico” potrebbe essere l’ISEE, che è vero che si può richiedere in autonomia attraverso il sito dell’INPS ma effettivamente può creare qualche problema tra conti correnti, immobili e altre entrate. Però la domanda dell’Assegno Unico può essere fatta comunque anche senza ISEE, ricevendo la cifra minima prevista di 50 euro a figlio (25 per i figli tra 18 e 21 anni). Dopodiché, quando si riuscirà a fare l’ISEE, l’INPS calcolerà la cifra realmente spettante e provvederà a bonificare i conguagli retroattivamente dal mese di marzo. Un modo, questo, per avere comunque un primo aiuto da subito, in attesa di presentare l’ISEE, per il quale ci si può facilmente rivolgere anche a CAF e patronati.