Assegno Unico per i figli di coppie conviventi: quali rischi corrono?

“Con il passaggio all’Isee verrebbe considerato l’intero reddito familiare, inclusi i patrimoni mobiliari e immobiliari”.

Continua il viaggio del nuovo assegno unico familiare, per giungere al via libera nei tempi previsti (luglio 2021).

Il disegno di legge, dopo l’ok della Camera, attende ora il via libera del Senato. Poi si procederà con i successivi decreti di attuazione e si individueranno fasce ed importi del contributo.

Una rivoluzione per molte famiglie italiane.

L’assegno infatti andrà a sostituire molte delle attuali misure in vigore, come detrazioni fiscali e assegni al nucleo familiare per i dipendenti (Anf)

Intanto l’Istat il 20 ottobre scorso ha reso nota una prima proiezione per simulare le ricadute della misure sui nuclei familiari italiani, partendo dai dati raccolti grazie ad un’indagine campionaria sui redditi delle famiglie.

A parlarne è il Sole 24 Ore.

Dalla proiezione Istat sembrerebbe che, rispetto ad oggi, la nuova riforma andrebbe a migliorare la condizione economica del 68% delle famiglie italiane con figli.

Un miglioramento che ricadrebbe soprattutto sulle  famiglie con reddito da lavoro autonomo e quelle con redditi più bassi “che per incapienza non fruiscono delle detrazioni fiscali”. Per il 2,4% delle famiglie non vi sarebbero variazioni, mentre per il 29,7% “il saldo tra l’introduzione della nuova misura e l’abolizione di quelle attuali risulterebbe negativo”.

Rischio di penalizzazione sembrerebbe riscontrarsi in particolare per le famiglie con figli maggiorenni e per le famiglie numerose, oltre che per le coppie conviventi non coniugate e non riconosciute da unione civile, che, come riporta il quotidiano: “per il calcolo degli Anf (istituito nella sua versione attuale nel 1988) possono computare solo il reddito del richiedente, previa rinuncia dell’altro genitore – mentre-  con il passaggio all’Isee verrebbe considerato l’intero reddito familiare, inclusi i patrimoni mobiliari e immobiliari”.

La previsione di una clausola di salvaguardia garantirebbe a tali famiglie un riposizionamento in condizioni di parità” sottolinea Gian Carlo Blangiardo presidente Istat.

Intanto, su questa scia nella Commissione Lavoro del Senato è stato approvato un ordine del giorno in cui il governo si impegna ad introdurla nei decreti attuativi mentre Elena Bonetti, ministro per la Famiglia ha già sottolineato che lavorerà per la sua attuazione.

Attendiamo ora i nuovi sviluppi.