Assegno unico verso il 1 luglio: chi erogherà il contributo? Le tre ipotesi

La misura tanto attesa dell’assegno unico universale per i figli a carico è pronta a partire dall’1 luglio. In via di definizione le modalità con cui i soldi arriveranno alle famiglie

Dopo le anticipazioni, l’annuncio e, infine, l’approvazione della legge delega che istituisce l’Assegno Unico, è ormai partito il countdown verso l’1 luglio, giorno di avvio dell’iniziativa.
In attesa dei definitivi decreti attuativi che chiariranno ogni dubbio sull’iniziativa, sono ancora diverse le domande che si affollano nella mente delle famiglie in attesa. Il Sole 24 ore ha provato a fare chiarezza su un aspetto per nulla secondario: come verranno erogati i soldi previsti dall’assegno.

Assegno Unico, importo: tra datore di lavoro e Inps

Secondo il quotidiano, il dubbio principale è se a provvedere all’erogazione sarà il datore di lavoro, l’Inps oppure i due soggetti in maniera congiunta (come avviene oggi per l’assegno al nucleo familiare). Va ricordato, infatti, che il nuovo assegno unico e universale per i figli a carico sostituisce diverse misure attualmente in essere (dall’assegno di natalità, al già citato assegno familiare; dalle detrazioni per i figli a carico ai contributi comunali per le famiglie con più di tre figli) erogate sia dal datore di lavoro, sia dall’Inps.
Le ipotesi, dunque, sono che l’assegno possa essere riconosciuto sottoforma di erogazione mensile monetaria, oppure come credito d’imposta, sia al genitore che ne fa richiesta, sia direttamente al figlio se maggiore di 18 anni.
Proprio quello dell’età, però, rimane uno dei nodi cruciali, in quanto l’assegno unico considera i figli a carico fino ai 21 anni di età, mentre in tante famiglie italiane ci sono figli maggiore di 21 anni che sono comunque a carico dei genitori e per i quali questi ultimi usufruiscono delle detrazioni previste.

I fondi ci sono, assicura il Governo, ma l’importo dell’asssegno unico ancora non si sa

Dal Governo sono già arrivate rassicurazioni sul fatto che, con l’entrata in vigore della legge sull’assegno unico e universale, nessuna famiglia potrà rimetterci qualcosa rispetto a oggi, ma le domande sulle risorse disponibili e, soprattutto, sulla loro distribuzione, rimane. Anche perché la legge delega, al momento, non indica alcun valore di riferimento per l’assegno, né un range all’interno del quale debba stare. Di sicuro il fulcro per il calcolo dei contributi spettanti alle singole famiglie sarà l’ISEE, documento che, più del puro parametro reddituale utilizzato finora per l’attribuzione delle detrazioni, dovrebbe essere in grado di indicare una situazione economica del nucleo familiare più aderente alla realtà.