Attenzione alle varianti covid: ora colpiscono gli under 14

L’aumento dei contagi è risultato particolarmente evidente soprattutto in alcune Regioni, come l’Umbria, alla quale va il triste primato di territorio con il tasso di incidenza più elevato tra i giovanissimi. 

Picchi di contagi da coronavirus si sono registrati alla fine del mese di gennaio tra i giovanissimi.

A dare l’allarme è l’Aie, Associazione Italiana di Epidemiologia, che nell’ultimo monitoraggio sull’andamento della situazione dei contagi da covid in 11 regioni italiane, pubblicato il 9 febbraio, ha evidenziato come, sulla base dei dati consolidati (fino al 24 gennaio), si sia confermata nell’ultima settimana la tendenza ad un aumento dell’incidenza del virus nei bambini fino a10 anni di età.

Un incremento che si discosta dall’andamento del virus registrato per tutte le altre fasce, inclusa quella degli over 80, per cui si segnalano, fortunatamente, “tassi di incidenza in calo”.

Picchi di contagio in Umbria tra i giovanissimi

L’aumento dei contagi è risultato particolarmente evidente soprattutto in alcune Regioni, come l’Umbria, alla quale va il triste primato di territorio con il tasso di incidenza più elevato tra i giovanissimi.

“Da circa 3 settimane la situazione della regione Umbria si presenta in controtendenza rispetto al livello nazionale, ma con la particolarità dell’aumento di incidenza per tutte le classi di età e, nell’ultima settimana, in particolar modo nelle classi 6 – 10 e 11 – 13 anni, accompagnata da cluster ospedalieri è tutta concentrata sulla provincia di Perugia – si legge nel report – anche il 94% delle scuole in quarantena insiste nella provincia Perugina. A seguito di questo sono stati sequenziati 42 tamponi e sul cluster dell’Ospedale di Perugia è stata riscontrata, in 13 casi, la variante “brasiliana“. Sul territorio dei distretti del lago Trasimeno, del Perugino e in parte dell’Assisano è stata identificata la variante inglese. Al momento la Provincia di Perugia e 6 comuni della Provincia di Terni sono in zona rossa rafforzata. Il tutto in attesa di ulteriori approfondimenti soprattutto sul setting scuola”.

Cosa accade nelle altre regioni monitorate

Anche la Lombardia, il cui trend risulta stabile dopo un aumento di casi per tutte le fasce di età nella settimana dal 4 al 10 gennaio, rientrato nelle settimane successive, presenta “un aumento di casi tra le classi di età fino a 10 anni”.

In Emilia Romagna, il monitoraggio rileva una tendenza all’ aumento dei casi nei minori fino ai 5 anni. Situazione che, sottolinea l’Aie merita “un approfondimento per essere meglio compresa – Una possibile spiegazione potrebbe derivare infatti dall’attivazione – in regione dell’offerta di test rapidi da eseguirsi nelle farmacie con la possibilità di ripetere il test gratuitamente ogni 15 giorni” Per cui diverrebbe importante effettuare un’analisi del numero di tamponi eseguiti.

La crescita del numero dei contagi per i bambini fino ai 5 anni si rileva anche nelle MarcheNel Lazio si registra un lieve incremento tra i bambini dai 6 ai 10 anni d’età. In Puglia tra i minori fino ai 13 anni, mentre in Toscana continua, per la seconda settimana consecutiva, l’incremento dei nuovi casi (+16%), in tutte le fasce d’età, seppur con una riduzione di incidenza per gli over 85. In Campania, infine, nella settimana tra il 25 ed il 31 gennaio, le curve epidemiche mostrano, un lieve ma progressivo incremento dei contagi in tutte le fasce.

Le varianti non colpiscono in maniera particolare i bambini

Fino a questo momento le varianti più preoccupanti non sembrano causare sintomi più gravi in nessuna fascia di età – a chiarirlo è l’Istituto Superiore di Sanità – La malattia si presenta con le stesse caratteristiche e i sintomi sono gli stessi di tutte le altre varianti del virus. In termini di trasmissibilità la variante ‘inglese’ manifesta un aumento per tutte le fasce di età, compresi i bambini. Ci sono ancora molti studi in corso, ma al momento non sembra che la variante inglese abbia come target specifico i bambini, non li infetta in maniera particolare rispetto agli altri. Per quanto riguarda le altre varianti i dati non sono ancora sufficienti a formulare ipotesi”.

Un aumento di incidenza sui giovanissimi che comunque merita di essere approfondito a livello delle singole regioni, suggerisce l’Aie  con “approfondimenti su focolai specifici,  l’eventuale effetto di nuove attività di screening, la caratterizzazione dei ceppi virali circolanti, per identificare eventuali varianti”.