Australia, con la scusa di riequilibrare le famiglie al via la selezione libera del sesso del bebè

scelta del sessoLe hanno chiamate “raccomandazioni etiche”, ma su questa definizione ci sarebbe molto da discutere. Sono le nuove regole in vigore in Australia sulla fecondazione assistita, presentate dal Consiglio nazionale per la sanità e la ricerca medica (Nhmrc). Un regolamento che permetterà, di fatto, di ordinare un figlio come da una sorta di menu. Bebè “à la carte”, per dirla elegantemente alla francese.

Innanzitutto sarà possibile scegliere se mettere al mondo un maschietto o una femminuccia. La Nhmrc definisce questa pratica “selezione del sesso per motivi non medici” e la giustifica affermando che sia giunto il momento di offrire alle coppie “normali”, ovvero non affette da problemi di fertilità e non composte da portatori di malattie genetiche, la possibilità di ricorrere alla fecondazione insieme alla diagnosi pre-impianto. In pratica, si potrà scegliere i sesso del nascituro. Una tecnica già utilizzata in passato in Australia, ma soltanto per preservare il neonato da malattie genetiche gravi. Ora per essere distrutti o spediti a fare le cavie nei laboratori, agli embrioni basterà essere del sesso non gradito ai futuri genitori.

Lo scopo di questa decisione è quello di evitare il più possibile che gli australiani continuino a ricorrere in massa, come accade attualmente, alle cliniche statunitensi, thailandesi o cipriote che mettono a disposizione dei compratori la possibilità di scegliere il sesso del nascituro. “Molte di queste cliniche non offrono la stessa qualità di trattamento disponibile in Australia – si giustificano dal Nhmrc -, esponendo persone a rischi, oltre che alla possibilità che i figli non nascano”. Tanto vale quindi rimanere in patria, secondo gli esperti del Consiglio nazionale. Nessuna considerazione realmente etica: visto che la società ormai va in quella direzione, tanto vale assecondarla, senza troppi spostamenti.

Ian Oliver, direttore del Samson Institute for Health Research, trova anche una giustificazione sociodemografica alle nuove regole istituite dal Nhmrc. Potendo selezionare il sesso, sostiene Oliver, le famiglie numerose con bambini tutti dello stesso sesso potranno “riequilibrarsi”. Più verosimilmente, però, c’è il rischio che accada ciò che succede da decenni in Cina o in India, dove la preferenza culturale per i maschi ha portato a un gravissimo squilibrio demografico carico di conseguenze per tutta la società. In Cina, per esempio, manca qualcosa come 40 milioni di bambine.

Di tale rischio le autorità etiche australiane sembrano non accorgersi e si limitano a menzionare un solo possibile effetto negativo, legato all’identità di genere dei neonati. “E’ possibile che la selezione del sesso per ragioni non mediche – affermano – rafforzi gli stereotipi di genere e metta pressione alle persone nate portandole a conformarsi alle attese dei genitori per quanto riguarda il genere”.

 

Fonte: Tempi