Bagnasco: “Le famiglie che chiedono l’adozione in Italia sono una moltitudine, ma sono scoraggiate dall’inefficienza del sistema”

bagnascoL’inefficienza del sistema delle adozioni in Italia mette a dura prova lo slancio solidale dei genitori, che è un segno dell’anima del nostro popolo”. Ha affrontato anche il tema della crisi delle adozioni il cardinale Angelo Bagnasco nella sua ultima prolusione da presidente della Conferenza Episcopale Italiana, tenuta lunedì 20 marzo in apertura dei lavori del Consiglio permanente della Cei. Le difficoltà delle famiglie adottive sono state al centro di un discorso in cui il cardinale di Genova ha toccato anche altri temi delicati come la teoria gender, il sostegno economico alle famiglie, diritto dei figli a essere allevati da un padre e una madre, la “violenza discriminatoria” verso le donne esercitata dalla pratica della maternità surrogata e la duplice ingiustizia sul bambino separato dalla madre e sulla madre che perde ogni diritto sul neonato.

Nel suo discorso, Bagnasco ribadisce che quello a una mamma e un papà è “un diritto umano basilare, garantito dalla Carte istituzionali e riconosciuto da sempre nella storia umana”. “La bellezza e la necessità della famiglia – spiega il presidente della Cei -, fondata sul matrimonio e aperta alla vita, non verranno mai meno, anche se un certo pensiero unico continua a denigrare l’istituto famigliare e a promuovere altri tipi di unione, che non sono paragonabili in ragione delle peculiarità specifiche della famiglia, a partire dalla valenza educativa per i figli e dall’importanza vitale che la famiglia costituisce per il tessuto sociale”.

Il riferimento è a quella cultura del “va bene tutto” in nome dell’amore, a cui il cardinale Bagnasco non intende arrendersi. Per questo la Chiesa italiana ribadisce il suo “no” alle adozioni gay. Così, sostiene il cardinale di Genova, “si nega ai minori un diritto umano basilare”: quello a essere allevati da un papà e una mamma, “nella differenza dei generi che, come l’esperienza universale testimonia, completa l’identità fisica e psichica del bambino”. “Tale diritto – ammonisce Bagnasco – non può essere schiacciato dagli adulti, neppure nel nome dei propri desideri. Essere genitore è una cosa buona e naturale, ma non a qualunque condizione a qualunque costo.

Immediato quindi il passaggio a un’analisi del fenomeno sempre più dilagante dell’utero in affitto. Nel quale, denuncia il presidente della Cei, “sono negati i diritti delle madri surrogate, che diventano madri inesistenti, dopo essersi sottoposte, spinte per lo più dalla povertà, a una nuova forma di colonialismo capitalistico”.

Il ricorso a certe soluzioni, come l’adozione gay, ricorda Bagnasco, viene spesso giustificato “in rapporto alla triste realtà di tanti bambini senza famiglia in attesa di adozione”. Ma l’Italia è il secondo Paese al mondo per numero di adozioni e le famiglie che ogni anno chiedono di adottare sono ancora migliaia. Tuttavia, “il tempo medio per l’adozione è di 3 anni e 3 mesi, con punte di 5 anni e mezzo – denuncia il cardinale –! Bisogna prendere atto che le famiglie che chiedono e attendono l’adozione in Italia sono una moltitudine, mentre l’inefficienza del sistema causa percorsi estremamente lunghi e difficoltosi, tali da mettere a dura prova quello slancio solidale dei genitori”.

Risolvere le inefficienze del sistema-adozioni rientra nelle politiche di incoraggiamento e sostegno alla famiglia che Bagnasco invoca quando cita il Fattore Famiglia, chiesto insistentemente dal Forum delle associazioni famigliari e finalizzato anche a frenare la decrescita demografica che, nel 2016 ha fatto segnare un record negativo: -2,4% rispetto al 2015, con 474mila nuovi nati rispetto ai 486mila nell’anno precedente.

Non sono mancati, infine, riferimenti anche alla cultura del gender. “Espressione – secondo Bagnasco – di frustrazione e rassegnazione, che mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa”. Il rischio, secondo il cardinale, è di compiere un passo indietro: “la rimozione della differenza è il problema non la soluzione”, dice Bagnasco, che, citando le parole di papa Francesco, definisce “l’indottrinamento della teoria del gender” come “una inaccettabile colonizzazione ideologica”. E rivolgendosi alle famiglie ricorda loro che “nessuna iniziativa, come nessun testo che promuova concezioni contrarie alle convinzioni dei genitori deve condizionare lo sviluppo affettivo armonico e la sessualità dei minori che, in quanto tali, non possono difendersi”.

 

Fonti: Avvenire, Il Secolo d’Italia, Corriere Quotidiano