Bambino venduto come merce. “Eppure basterebbe poco per evitare vergogne simili: approvare finalmente la riforma delle adozioni internazionali”

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In assenza dello Stato, arriva il “para-Stato”. In assenza della legalità, arriva l’illegalità. La regola sembra essere, purtroppo, sempre la stessa. Laddove le istituzioni latitano, non assistono, proteggono e garantiscono i cittadini, questi (non a ragione) spinti dalla disperazione cercano risposte ai propri bisogni nell’ “assenza delle regole”.  Soprattutto quando, a peggiorare le cose,  dilaga una cultura tremendamente negativa che, come nel caso dell’adozione internazionale, la fa ritenere una cosa impossibile.

Da qui allora la necessità di fare un po’ di chiarezza e soprattutto di mettere mano, una volta per tutte, a quella riforma del settore  che si impone sempre più nella sua impellenza e urgenza. Soprattutto a giudicare dall’ultimo fatto di cronaca: la compravendita del bambino rumeno di 8 anni a Messina.

Questo episodio è, infatti, il segnale della grande ignoranza che c’è sull’ adozione internazionale. Si è parlato talmente male dell’adozione internazionale che c’ è una disinformazione totale e si pensa che il percorso sia impossibile.

Intanto bisogna ribadire che di bambini adottabili ce ne sono tanti , ma si è creato uno stereotipo negativo sull’ argomento. I nostri governanti e in particolare il premier Renzi dovrebbero riflettere: l’ adozione internazionale va malissimo, c’è stato un calo del 30%, ma soprattutto c’ è un calo tremendo delle richieste di adozioni internazionale.

A scoraggiare le famiglie all’accoglienza sono piuttosto i costi dell’ adozione (che potrebbero diminuire), un iter farraginoso che si potrebbe snellire e tempi di conclusione lunghi che si dovrebbero accorciare.

“Non a caso abbiamo presentato una proposta di riforma in 6 punti – dice Marco Griffini, Presidente di Ai.Bi., Amici dei Bambini – riportati nel nostro Manifesto ‘Oltre la crisi: Più famiglie e più adozioni’ per una nuova legge dell’Adozione Internazionale, sottoscritta da 10mila famiglie. Proposta di riforma che però giace da mesi nei cassetti delle Commissioni Giustizia  di Camera e Senato”

Il primo punto prevede lo snellimento di questa procedura con un semplice atto che hanno già fatto tutti i Paesi europei – tranne l’ Italia e il piccolo Belgio – e cioè l’abolizione delle idoneità da parte dei tribunali dei minorenni, un certificato che allunga i tempi di un anno-un anno e mezzo. Il secondo punto prevede la semplificazione e brevità delle procedure limitando per legge il numero di incontri psicologici e uniformando l’iter a livello nazionale; Il terzo punto punta alla riduzione dei costi e alla gratuità dell’adozione internazionale; altro passaggio fondamentale del Manifesto è la proposta di trasferire la Commissione per le Adozioni Internazionali presso il Ministero Affari Esteri; Agevolare l’adozione dei minori con “bisogni speciali” (con problemi di salute, gruppi di fratelli, età maggiore di 7 anni) di essere adottati anche dai single e da adottanti di età superiore ai limiti di legge. E infine promuovere le accoglienze innovative: riconoscendo la kafala come affidamento preadottivo; introducendo soggiorni a scopo adottivo per promuovere l’adozione dei bambini più grandi; l’istituto dell’affidamento Internazionale; riconoscendo i provvedimenti esteri che contemplano, come misura di prevenzione dell’aborto, il mantenimento e l’adozione del nascituro durante la gestazione.

“Probabilmente questa coppia – continua Griffini – ha avuto informazioni sbagliate , oppure come la maggior parte delle coppie si è spaventata. Oltre al calo del 30% nelle adozioni realizzate, c’è anche è il calo delle idoneità (secondo i dati del Ministero della Giustizia nel 2012 sono state 4.342, mentre nel 2013 non sarebbero arrivate a 3.650, il 16% in meno: in Sicilia si è passati da 305 nel 2012 a 199 nel 2013): questo è lo specchietto di come sta andando il sentimento delle coppie verso l’ adozione internazionale”.

Non da ultima una considerazione: nel caso di un’adozione legale di bambini ‘speciali’, ovvero quelli di età più grande (come il bimbo rumeno ‘acquistato’ a Messina), gruppi di fratelli o con patologie, i costi (oltre che trasparenti)  sarebbero stati di gran lunga inferiori rispetto ai 30 mila euro sborsati dalla coppia siciliana. Quindi non solo si è violata una legge a discapito dell’interesse del minore ma è stata anche pagata una somma con la quale, invece, si sarebbero potuti salvare legalmente dall’abbandono più bambini.

Ecco perché prima di tutto serve approvare finalmente la riforma del settore: un rinnovamento che ormai non può più essere rimandato. Il Governo capisca  che i bambini sono la priorità e vari finalmente la legge.

“L’Italia ha sottoscritto  la convenzione Onu  per la tutela dell’infanzia o ce ne siamo dimenticati?”, si chiede Sandra Zampa, vicepresidente della Commissione bicamerale per l’Infanzia e l’Adolescenza e vicepresidente del Pd.

Una domanda destinata a rimanere senza risposta?