Ban Ki-moon: “Serve maggiore impegno per fermare l’orrore in Siria”

neve in siria2“In Siria siamo incapaci di fermare l’orrore, serve maggiore impegno”. Così si è espresso il Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon a proposito della crisi nel Paese mediorientale dove da 3 anni ogni giorno ci sono decine di morti e centinaia di profughi che si riversano negli Stati confinanti.

L’emergenza maggiore si registra in Libano dove, su una popolazione di 4 milioni e mezzo di abitanti, vivono un milione e 600/700 mila profughi. Dal Paese dei cedri è da poco tornato il professor Aldo Morrone, Direttore generale dell’Azienda ospedaliera “San Camillo – Forlanini” di Roma che, in un’intervista rilasciata a Radio Vaticana, riporta la sua esperienza tra Beirut, Tiro, Sidone e la Valle della Bekaa. “In ogni luogo abbiamo trovato una condizione di grande dignità ma di grande sofferenza – racconta Morrone – soprattutto per quanto riguarda il sovraffollamento, il freddo e l’alimentazione. C’è il problema dell’acqua potabile e della malattie correlate, c’è una pesante diffusione delle malattie infettive tra i bambini. Quello che da noi può essere un banale raffreddore qui diventa una situazione drammatica, per la mancanza di farmaci, cibo, affetti e relazioni”.

Il Libano non potrà sostenere a lungo questa emergenza. “Ecco la necessità di trovare una soluzione pacifica al conflitto – continua Morrone – per riportare la situazione nei confini della dignità e della pace. Adesso c’è anche un governo in Libano, dopo tanti mesi, e questo può essere un elemento in più, però il Libano da solo non ce la può fare, se non c’è anche un aiuto serio, impegnativo e programmatico internazionale”.

La popolazione civile libanese si sta impegnando in prima linea nel sostegno dei profughi siriani. In molte aree del Paese, le famiglie ospitano a casa propria donne e bambini scampati alla guerra, per evitare che queste persone finiscano nei campi. “Queste donne mi hanno impressionato – ammette Morrone – per il loro esempio di solidarietà e per il loro gesto di grande umanità di accogliere all’interno delle loro case, già piccole e strette, altre donne con altri bambini: credo di aver visto un gesto profetico, un dono di Dio nei confronti delle altre persone.

 

Fonte: Radio Vaticana