Tribunale dei Minori di Bari. Un esempio da imitare: “Nessuna prescrizione sulle caratteristiche del minore da adottare”. Così si ridà speranza all’adozione internazionale

tribunale minorenni targa bis 400 286Un vero esempio di apertura all’accoglienza e di incoraggiamento all’adozione arriva da Bari. Il Tribunale per i Minorenni del capoluogo pugliese si è posto infatti in controtendenza rispetto a una prassi sempre più diffusa in Italia, non limitando  in alcun modo le caratteristiche del minore che una coppia potrebbe adottare. Una decisione dal doppio valore positivo. Innanzitutto, così facendo, si garantisce la possibilità di essere accolto anche a un bambino più grandicello o con qualche problema sanitario che, solitamente, ha più difficoltà a trovare una famiglia disposta ad adottarlo. In secondo luogo, lascia all’Autorità Centrale straniera un più ampio margine di scelta del minore da avviare all’adozione, rispettando quindi il lavoro delle istituzioni dei Paesi di origine dei bambini.

La vicenda è quella di una coppia di coniugi nati e residenti a Bari, già genitori biologici di un figlio, che hanno chiesto al Tribunale per i Minorenni della loro città di essere dichiarati idonei all’adozione internazionale. Constatati nei due coniugi “l’atteggiamento maturo e responsabile in ordine al progetto adottivo”, una “significativa apertura mentale nel dichiararsi disponibili all’adozione” e la presenza di “condizioni economiche che consentono di provvedere al mantenimento di uno o più figli”, il Tribunale del capoluogo pugliese decide quindi di concedere agli aspiranti genitori l’idoneità ad adottare, precisando nel decreto:

 

“Circa le caratteristiche che deve possedere il minore che i coniugi potrebbero adottare, questo Tribunale evita di imporre alcuna prescrizione in proposito allo scopo di consentire all’Autorità straniera di realizzare nel modo più ampio l’interesse del bambino che potrà essere adottato; così pure in relazione all’incontro dei coniugi con il minore, si rimanda alle modalità ed ai tempi che saranno concordati dall’ente autorizzato con l’Autorità straniera”.

 

Ecco quindi un esempio di buona prassi sui decreti di idoneità all’adozione internazionale che dovrebbe essere preso a modello da tutti i Tribunali per i Minorenni italiani.

Purtroppo, però, sempre più spesso, alle coppie che chiedono di poter adottare un minore straniero, l’idoneità viene concessa subordinata al rispetto di determinati vincoli. Tali decreti vincolati riguardano in generale l’età del minore: in questi casi, la limitazione impone che il futuro figlio della coppia non abbia oltre una certa età al momento dell’ingresso in Italia.

Le conseguenze di tali scelte sono evidenti. A molti minori in attesa di adozione viene di fatto negata la possibilità di trovare una famiglia. Fatto ancora più grave se si pensa che a restare esclusi sono bambini un po’ più grandi, per i quali trovare due coniugi disposti ad accoglierli è già molto difficile. Inoltre, si riduce il numero di Paesi di origine in cui andare ad adottare. In Sud America, per esempio, i bambini adottabili in tenerissima età sono pochissimi e quasi sempre si tratta di membri di gruppi di fratelli. Senza dimenticare che, ponendo dei limiti, di fatto non si rispettano le prerogative delle Autorità Centrali straniere, riducendo il loro margine di scelta dei minori da abbinare alle coppie adottive italiane. In sostanza, si fa il male dell’adozione internazionale: togliendo speranza ai minori, non rispettando il lavoro delle Autorità Centrali straniere e scoraggiando le coppie dall’intraprendere questo percorso.