Barletta. Accogliendo “si cresce e non si torna mai indietro”: padre Francesco Russo spiega alle famiglie di Ai.Bi. perché, senza adozione, non avremmo avuto la Salvezza

famiglie-glf-pugliaSiamo tanti Giuseppe: con il nostro ‘sì’ possiamo fare entrare Dio dentro di noi”. Così padre Francesco Russo, rettore del santuario di Maria SS. dello Sterpeto di Barletta, ha tracciato un parallelismo tra la vicenda del padre adottivo di Gesù e l’esperienza di tutti i genitori che hanno deciso di accogliere un bambino abbandonato. Realtà così lontane nel tempo e nello spazio, ma accomunate dalla scelta di accoglienza, di un bambino e di Dio. L’analogia tra Giuseppe e le famiglie adottive di oggi ha fatto da filo conduttore dell’incontro di spiritualità che si è svolto a Barletta domenica 4 dicembre. Un’occasione di riflessione che ha visto la partecipazione di circa 60 componenti del Gruppo Famiglie Locali pugliese di Amici dei Bambini e de La Pietra Scartata, a cui si sono aggiunte anche alcune coppie che frequentano abitualmente il santuario barlettano e che hanno deciso di condividere con le famiglie adottive questo momento di meditazione, pur non avendo provato in prima persona l’esperienza dell’adozione. “Dimostrazione forte di come l’accoglienza sia un tema di tutti e per tutti – commenta il coordinatore regionale di Ai.Bi. Puglia, Antonio Gorgoglione -, a prescindere dal ruolo che ognuno di noi decide di rivestire: vivere l’accoglienza in modo diretto o farsene sostenitore secondo le proprie possibilità”.

L’incontro del 4 dicembre è stato condotto da padre Francesco Russo sull’analogia tra l’esperienza di fede e quella adottiva delle famiglie presenti, con la figura di Giuseppe a fare da modello di riferimento. “La salvezza, senza l’adozione, non ci sarebbe stata”, ha spiegato il rettore del santuario: l’adozione di suo figlio da parte di Giuseppe, infatti, è stato il primo passo della vita di Gesù che ha portato alla salvezza dell’uomo. Per questo, ha sottolineato il sacerdote, “Dio chiede a ognuno di noi di essere adottato”, ma Dio stesso “ci ha adottato e non ci caccerà mai di casa”. Evidente dunque il richiamo alla misericordia, valore che ha caratterizzato il recente Giubileo voluto da papa Francesco. La nostra scelta di Dio è definitiva al pari dell’adozione dei nostri figli che, una volta accolti, entrano una volta per tutte nella nostra vita. Così, proprio come Dio si mostra misericordioso con noi, nonostante gli errori in cui possiamo incorrere, allo stesso modo i genitori adottivi sono chiamati alla “misericordia” nei confronti dei loro figli, anche quando i piccoli non si comportano come dovrebbero. Con l’adozione, del resto, ha precisato padre Francesco, “si cresce e non si torna mai indietro”. Accogliendo un bambino abbandonato, infatti, ogni genitore è portato a migliorare sia come uomo che come figlio di Dio, avvicinandosi al Signore in un percorso che non prevede passi indietro.

Lo stesso 4 dicembre, anche il Gfl del Salento ha vissuto un proprio momento di incontro e meditazione. In questo caso si è trattato di una vera giornata di ritiro, svoltasi a Lecce, nei locali della parrocchia di San Giovanni Battista e guidata da don Gerardo Ippolito. Le oltre 10 famiglie presenti hanno potuto confrontarsi sulla nascita di Gesù narrata dall’evangelista Matteo e condividere i momenti del pranzo, della Santa Messa e della recita del Rosario di Ai.Bi. per i bambini abbandonati.