Bimbi dal Congo: l’assurda “moratoria del silenzio” imposta da Silvia Della Monica. Famiglie contro famiglie

bambino-congo5Le famiglie in attesa dei loro figli dalla Repubblica Democratica del Congo parlano di “moratoria del silenzio”: è quella imposta loro dalla Commissione adozioni internazionali che non permette di parlare neanche adesso che la situazione di molti di loro si è sbloccata. Se ne parla in questo articolo, che riportiamo integralmente, pubblicato sul quotidiano “Avvenire” giovedì 10 marzo.

 

Una mail arrivata soltanto nella notte di martedì alle famiglie in attesa, per informare dello sblocco delle pratiche. Poi le prime telefonate alle sole coppie in “lista”, continuate per tutta la giornata di ieri. La Commissione adozioni internazionali è al lavoro sul caso Congo, dopo l’annuncio della Farnesina circa i 66 protocolli di adozione finalmente approvati da Kinshasa.

L’invito rivolto ai genitori è però perentorio: non parlare. Le coppie la chiamano “la moratoria del silenzio” e pare vada avanti da mesi, al punto che sono numerosi i litigi e le tensioni nati tra le stesse famiglie e associazioni per l’atteggiamento assunto nei confronti della Commissione: da una pane chi contestava lentezza e scarso interesse per la vicenda congolese, dall’altra chi aspettava senza obiettare e accusava gli interventisti di danneggiare tutti. «Silenzio per non pregiudicare l’esito delle operazioni», ripetono i funzionari della Cai al telefono. Così, anche nel momento più felice degli ultimi tre anni, nessuno se la sente di parlare dei suoi bambini: «Abbiamo paura», racconta una delle coppie premiate, due figli in arrivo da Kinshasa. Mancano anche altre informazioni: in una dichiarazione riportata dal Corriere della Sera il presidente della Cai Silvia Della Monica assicura che anche le ultime pratiche dovrebbero essere esaminate a giorni e che «in questo modo riusciremmo a portare a casa i bambini tutti insieme, in un unico gruppo. Sarebbe bellissimo». Gli enti non ne sanno nulla e l’idea che i piccoli vengano portati via senza che siano i genitori – come prassi – vadano a prenderli e stiano con loro per un periodo di conoscenza e ambientamento non piace a molti. In ogni caso, certezze sui tempi e sui modi dell’arrivo dei piccoli non ce ne sono, solo la raccomandazione della Farnesina nella nota diffusa nel pomeriggio di martedì: «Il ministro Gentiloni confida ora nella spedita azione della Commissione adozioni internazionali affinché le procedure vengano completate e i bambini possano presto abbracciare le famiglie adottive». L’intervento della Famesina «è stato decisivo – ha commentato ieri il parlamentare Cosimo Latronico (Cor), che da mesi segue la vicenda anche attraverso iniziative parlamentari -. E’ necessario da parte della Commissione un comportamento che garantisca assistenza e trasparenza ai genitori italiani così provati spesso da procedure non rassicuranti».