Boldrini: “Le bufale? Una disinformazione che genera odio e violenza. Doveroso combattere per difendere la verità”

noneveromacicredo-02resizedLo chiamano hatespeech o macchina del fango. È la pratica di diffondere il più possibile notizie false allo scopo di delegittimare qualcuno attraverso la menzogna. Sfruttando l’indignazione e la buona fede delle persone anche per ottenere profitti, in termini sia economici che politici. L’“arte della bufala” è un fenomeno sempre più diffuso che si sta allargando con conseguenze pericolose per la società. E “purtroppo non tutti hanno gli strumenti per decifrare e difendersi dalla disinformazione”. Parole della presidente della Camera Laura Boldrini che, martedì 29 novembre, ha organizzato a Montecitorio un convegno sul tema, intitolato significativamente “Non è vero ma ci credo. Vita, morte e miracoli di una falsa notizia”.

La presidente della Camera, del resto, è una delle vittime preferite delle “bufale”. Da oltre 3 anni, infatti, il web è pieno di siti che le attribuiscono frasi mai pronunciate e storie inventate. Corredate da commenti terrificanti. “Purtroppo questa disinformazione si porta dietro una scia di odio e violenza che è difficile persino immaginare”, commenta Boldrini, che ha dichiarato guerra al fenomeno tanto odioso quanto diffuso delle fake news.

“Questa bufale si infiltrano e inquinano il web – ha detto la presidente della Camera –Parliamo di un meccanismo molto grave: alterare la realtà e manipolare le opinioni pubbliche è un’operazione sporca, illegale. Chi mette in giro queste bufale ha un disegno politico chiaro”.

Una parte delle responsabilità, negli ultimi anni, è senza dubbio anche dei social network. Per Boldrini, non si tratta solo di piattaforme digitali che facilitano i contatti con le persone. “Sono molto più di questo – spiega -: creano opinione. Perché una persona che è stata offesa online deve pietire che quei commenti vengano rimossi – si chiede – e poi aspettare chissà quanto prima di vedere riconosciuto questo proprio diritto?”

Il paradosso, tra l’altro, è che “chi le spara grosse e diffonde odio è popolare e viene conteso dai media”, twitta Boldrini. Di fronte all’hatespeech “serve un’alleanza per contrastarlo”. Se si accettasse questa degenerazione, sottolinea infatti la presidente della Camera, l’informazione perderebbe ogni credibilità.

La stessa Boldrini ha avviato diverse iniziative di contrasto alla moda della bufala, alcune anche a livello istituzionale. Per esempio creando due apposite commissioni. Una sulla Rete, per tutelare, attraverso una Carta sui diritti e doveri in internet, i diritti dei cittadini digitali. L’altra per contrastare odio, razzismo e sessismo.

E’ doveroso combattere per difendere la verità – dichiara ancora la presidente della Camera -. Oggi viviamo nell’era della post-verità. Si preferisce la conferma del proprio pregiudizio alla verità oggettiva dei fatti. È un’epoca in cui giornali e media sono chiamati a una particolare responsabilità, altrimenti il concetto di informazione finisce”.

 

Fonte: L’Inkiesta