Bolivia. Almeno 4mila minori vivono per strada: perdono la famiglia e trovano l’inferno

bambino di strada

Carlos ha 14 anni e vive per strada da quando ne aveva 12. “Il mio patrigno mi picchiava e mi ha cacciato di casa – racconta -. Ora sto meglio, lontano dalla violenza domestica, e mi guadagno da vivere pulendo i parabrezza delle auto”. “Io non più una casa da 4 anni – gli fa eco Margherita, 15 -: per sopravvivere trasporto sacchi al mercato o faccio accattonaggio. Carlos e Margherita sono solo due dei circa 790 minori che vivono per le strade di La Paz, secondo il viceministro boliviano della Sicurezza dei cittadini. In tutto il Paese, i bambini e gli adolescenti senza fissa dimora sarebbero non meno di 4mila. Un dato che negli ultimi anni sta aumentando drammaticamente, dopo un calo avvenuto dal 2006 al 2010, quando il numero dei minori costretti a vivere per strada scese da 2.200 a 1.250. Un vero censimento a riguardo, però, non è mai stato effettuato.

Ciò che appare certo, invece,è la complessa serie di pericoli a cui vanno incontri i bambini di strada. Dietro ognuno di loro ci sono storie di abusi, abbandono, criminalità, indifferenza, alcolismo, tossicodipendenza,  lavoro minorile. Sembra evidente che qualcuno abbia tutto l’interesse a sfruttare questi soggetti ridotti alla più estrema vulnerabilità: persone che incoraggiano la pornografia e la violenza sessuale a fini commerciali, oltre a trasformare i minori in facili prede delle organizzazioni criminali e dei fornitori di sostanze psicoattive. Come quelle, particolarmente diffuse tra i bambini di strada di La Paz, che provocano nei più piccoli sonnolenza, vertigini, tremori, allucinazioni visive e uditive.

In alcuni casi, le conseguenze sono tragiche. Per le vie della capitale boliviana è nota la storia di Celeste, una 17enne morta di recente dopo essere stata vittima di sfruttamento sessuale, aver contratto il virus dell’Hiv e non essersi potuta sottoporre al trattamento sanitario previsto in questi casi, a causa della discriminazione presente nei centri di salute.

Le disumane condizioni in cui vivono per strada finiscono per aggravare drammaticamente la situazione di questi minori che già provengono da contesti familiari di estremo degrado. Secondo un’analisi condotta da un gruppo di esperti che ha studiato il fenomeno, i principali fattori per cui i minori boliviani si trovano a vivere per strada sarebbero: abusi fisici e psicologici esercitati su di loro in famiglia, problemi economici, negligenza o separazione dei genitori, discriminazioni domestiche.

Il risultato è praticamente una popolazione di bambini nomadi, che si possono trovare nei cimiteri, nelle stazioni degli autobus, sotto i ponti.

Il Codice boliviano dell’Infanzia, all’articolo 35, afferma esplicitamente che “I bambini e gli adolescenti hanno il diritto di vivere, crescere ed essere educati in un clima di affetto e di sicurezza nella loro famiglia di origine o (eccezionalmente) in una famiglia affidataria”. E alla salvezza di questi minori punta il programma di cura per i senzatetto elaborato e presentato di recente dal sindaco di La Paz, Luis Revilla. Con la speranza che si moltiplichino i casi simili a quello di Angelo: anche lui era un bambino di strada, lo è stato per 7 anni, ma poi è riuscito a uscire da quel tunnel. Ha studiato e oggi lavora sugli autobus di linea che collegano la capitale alle zone di provincia.

 

Fonte: La Razòn