Bolivia. I bambini in orfanotrofio hanno davvero “tutto ciò” di cui hanno bisogno?

“A volte mi chiedo se c’è qualcosa di più che potrei fare per Juan.” I dubbi di una sostenitrice a distanza

Qualche giorno fa, una donatrice di Ai.Bi. Amici dei Bambini ci ha contattati. Da anni sostiene regolarmente uno dei bambini accolti in un hogar della capitale boliviana.
Una persona generosa, che ha seguito con affetto e costanza la crescita di questo ragazzino: ne ha celebrato i piccoli traguardi, intrattiene con lui una bella corrispondenza e ha visto il bambino diventare, pian piano, un piccolo ometto.
Durante una conversazione con uno degli operatori del nostro programma di Sostegno a Distanza (SAD), ha rivolto una domanda tanto semplice quanto profonda.

Le domande di chi guarda con attenzione

“A volte mi chiedo se c’è qualcosa di più che potrei fare per Juan. Mi sembra che stia bene, che abbia tutto ciò di cui ha bisogno.”
Così ci ha detto al telefono.
La sostenitrice si riferisce a ciò che Juan le racconta della sua vita all’interno dell’orfanotrofio: grazie all’Adozione a Distanza, ha scarpe, vestiti, cibo, materiale scolastico, persino peluche, computer e giochi tecnologici.
Parla di gite fuori porta – persino al Lago Titicaca – feste di compleanno, regali sotto l’albero di Natale e attività organizzate dalla parrocchia.

“Cos’altro potrebbe mai desiderare?”, si chiede. “E io, cosa potrei fare in più, se mi sembra felice?”

Un’apparente serenità

In effetti, gli operatori di Ai.Bi. – presenti in loco e autorizzati a entrare nelle strutture – possono confermare che molti bambini appaiono ben curati.
Ricevono attenzioni, seguono percorsi educativi e terapeutici personalizzati, hanno accesso a cure mediche e materiali didattici. Le educatrici, con dedizione e impegno, cercano di accompagnare ogni giovane ospite nel suo percorso verso l’età adulta, nel miglior modo possibile.

Ma sotto la superficie…

Ciò che spesso sfugge, tuttavia, è il desiderio più profondo di questi bambini: avere una famiglia.
Nonostante la protezione, l’educazione, le cure e le attenzioni professionali, ciò che raccontano nei momenti più intimi è la mancanza di un legame affettivo esclusivo. Il bisogno di riabbracciare i propri genitori o, almeno, un frammento della famiglia d’origine, anche se oggi incapace di prendersi pienamente cura di loro.
I bambini descrivono la vita all’interno dell’orfanotrofio – una vita ordinata, piena di attività e ben organizzata – ma il loro sogno resta quello di poterne uscire.
Stanno bene… ma starebbero meglio in una famiglia vera.

Hanno tutto, ma manca l’essenziale

Alcuni di questi bambini non hanno mai vissuto in una famiglia. Altri sì, ma ne sono stati allontanati per situazioni gravissime: trascuratezza, violenze, dipendenze, abbandono o reati commessi da chi avrebbe dovuto proteggerli.
Nelle lettere ai sostenitori, appaiono sereni, come se si fossero abituati alla vita in istituto. Alcuni iniziano a chiamarlo “casa”.
Sono “felici”, certo… ma è davvero abbastanza?

Molte battaglie, poche vittorie

I Servizi Sociali, nei paesi in cui operiamo, fanno del loro meglio. Tuttavia, i rientri in famiglia – sebbene auspicati – sono ancora rari.
I progetti per il reinserimento sono spesso ben strutturati ma complessi, a volte troppo ambiziosi per i mezzi a disposizione. Non sempre si riesce a raggiungere l’obiettivo finale: un bambino che lascia l’orfanotrofio per tornare in una casa dove i genitori, finalmente guariti e stabili, possano accoglierlo per sempre.

Un gesto che fa la differenza

Dopo la telefonata, la nostra donatrice ha compreso fino in fondo cosa si nasconde dietro le foto e le lettere di Juan.
Ha deciso di compiere un gesto concreto: aggiungere un secondo sostegno a distanza, devolvendo altri 50 euro al mese per aiutare un nuovo bambino, appena arrivato in un altro orfanotrofio boliviano dove Ai.Bi. opera.

L’attesa di Maycol e Masiel

Juan ha trovato chi ha accolto il suo grido di aiuto, ma Maycol e Masiel stanno ancora aspettando qualcuno che possa accompagnarle nel loro cammino di speranza e di emancipazione attraverso un’Adozione a Distanza.

Adotta a distanza un bambino ancora in attesa

Adottare a Distanza è un gesto meraviglioso di vicinanza e sostegno verso un bambino in grave difficoltà familiare. Con 50 euro al mese potrai garantire al minore la possibilità di crescere serenamente e di studiare. Riceverai la sua foto e potrai, se lo desideri, intraprendere con lui uno scambio di corrispondenza, tenendoti informato sui suoi progressi e sulle sue necessità, relazionandoti direttamente con i nostri operatori presenti nel Paese per avere aggiornamenti o, qualora lo desiderassi, inviare pensierini “extra” nei momenti importanti della sua vita, come nel giorno del suo compleanno.
Pensaci. Il tuo aiuto è davvero prezioso.