Bolivia. Cochabamba: 2700 i bambini dichiarati adottabili ma solo 30 le richieste di adozione

boliviaA Cochabamba ci sono più di 2.700 bambini e ragazzi in attesa di essere adottati ma all’anno si registrano solo 30 richieste di adozioni. Pertanto, come storie di famiglia come quella di Celia Jordan e di suo marito sono uniche.

“Mio marito ed io siamo molto felici di essere una famiglia adottiva – racconta Celia -. Sappiamo che essere genitori è una grande responsabilità e comporta un sacco di amore, pazienza e molte sfide. Speriamo che in futuro sempre più bambini abbandonati possano godere l’amore, la cura, l’affetto, il rispetto e la protezione di una famiglia”.

Celia e suo marito hanno un figlio biologico Samuel e adottato successivamente Andres e Yara.  “Io e mio marito abbiamo sempre detto di volere tre o quattro figli – racconta Celia -: per questo abbiamo scelto di adottare. Ci sono molti bambini che non hanno una famiglia“. Nel 1997 Celia e suo marito vanno a Infante “e lì abbiamo adottato Andres. Era un bambino magro e assomigliava molto a suo padre. Ora, a 17 anni ama disegnare, i giochi elettronici e i cartoni animati giapponesi. Dal momento in cui l’ abbiamo visto, ci siamo innamorati”.  La famiglia ha continuato a crescere e quattro anni più tardi è stata adottata un’altra bimba: Yara.

“Nel 2001 siamo tornati a Infante – racconta Celia – e abbiamo adottato Yara: aveva sette mesi. Ci siamo innamorati di lei immediatamente. Ora ha 13 anni, è una ragazza intelligente, le piace leggere e scrivere in due lingue: è bilingue come i suoi fratelli “.

Ma nonostante l’amore, Celia e suo marito hanno dovuto fare i conti con molti pregiudizi. I suoi figli hanno dovuto sentire commenti del tipo: “Se sei stato adottato, non ti volevano veramente’ o ‘la famiglia è quella di sangue’”. Questo ha portato Celia a formare la Fondazione di famiglie adottive di Cochabamba, per lavorare sulla sensibilizzazione dell’opinione pubblica.

“La Fondazione lavora da 11 anni – spiega Celia – e si propone di sensibilizzare l’opinione pubblica a considerare l’adozione come una vera famiglia. L’organizzazione è formata da 100 famiglie che si riuniscono mensilmente per condividere le esperienze che permettono loro di crescere insieme”.

Le famiglie adottive e quelle biologiche sono le stesse – dice Yara, la figlia adottiva di Celia – non c’è  nessuna differenza. Il sangue non è l’unica cosa che ‘collega’ ai parenti, c’è anche l’amore. Sono orgogliosa di essere una figlia adottiva”.

La pensa allo stesso modo Andres. “Per me avere una famiglia adottiva  è come averne una biologica: il sentimento è lo stesso. Non mi importa di trovare, per ora, i miei genitori naturali. Amo così tanto i miei genitori adottivi”.

La Fondazione di Cochabamba collabora con le Istituzioni pubbliche, come il Servizio Dipartimento di Management sociale (SEDEGES), per favorire le adozioni e  invertire i dati scoraggianti delle poche richieste di adozioni a fronte dei tanti bambini che stanno nei 70 istituti in attesa di una famiglia che li accolga e protegga.